Migranti Roma, il nuovo centro profughi nell’ex palazzina ferrovieri

Migranti Roma, pronto il centro profughi: Roma Capitale ha chiuso il protocollo d’intesa con le Ferrovie dello Stato italiane che metteranno a disposizione l’ex FerrHotel, un tempo luogo di ospitalità per i ferrovieri in transito, da anni in disuso. Il Comune di Roma ha ricevuto le chiavi della struttura, concessa in comodato gratuito, e la ristrutturerà con 150 milioni di euro di fondi di emergenza. Per l’assessore ai servizi sociali Francesca Danese è “un passaggio fondamentale di un nuovo modello di accoglienza”.

MIGRANTI ROMA, IL NUOVO CENTRO PROFUGHI

Sulla Cronaca di Roma del Messaggero il piano della città per gestire l’emergenza migranti, che sono ancora accampati a Roma Tiburtina in attesa di una destinazione.

La palazzina di tre piani in via Masaniello da cento posti ospiterà parte dei profughi che nelle prime settimane di giugno si erano ammassati nel piazzale dove partono i pullman per il nord. Bloccati nella capitale per la chiusura delle frontiere, così come è accaduto a Milano, Bergamo e Ventimiglia. La struttura è stata data in comodato d’uso gratuito da Ferrovie dello Stato al Comune che ha il compito di ristrutturarla. «Impiegheremo trenta giorni lavorativi per metterla a norma – spiega Maurizio Pucci, assessore ai Lavori Pubblici – affronteremo la spesa di 150 mila euro con fondi straordinari dell’amministrazione per l’emergenza».

L’idea è decongestionare in breve tempo il quadrante Tiburtina-Piazza Bologna, dove stazionavano i migranti che dormivano anche nei cortili dei palazzi in attesa di poter prendere un mezzo che li portasse verso nord.

LEGGI ANCHE: Roma al collasso, i migranti dormono alla stazione Tiburtina

Non che l’idea di avere nella zona un’ulteriore struttura a sostegno dei profughi sia l’ideale per i residenti del quadrante.

È un passaggio fondamentale di un nuovo modello di accoglienza» ha commentato l’assessore Danese. La palazzina infatti non sarà un vero centro di accoglienza, ma un luogo dove ospitare in situazione d’emergenza migranti non identificati che non vogliono restare in Italia, ma raggiungere il nord Europa. Non è ancora chiaro chi gestirà la struttura. Al momento si parla di associazioni di volontariato. Resta comunque il malumore tra i residenti che il 18 giugno sono scesi in strada per protestare contro il degrado della zona e contro il progetto del centro per transitanti. «Abbiamo già il centro Baobab di via Cupa – dice Lorenzo Mancuso del Comitato cittadini stazione Tiburtina – non siamo razzisti, ma si dovrebbe trovare un’altra sistemazione. Siamo pronti – aggiunge – a manifestare di nuovo quando la struttura di via Masaniello verrà aperta». «Siamo esasperati – dice Nella Vecchia, dell’associazione Rinascita Tiburtina – abbiamo già la nostra quota di immigrati nella struttura di via Cupa, il municipio è tanto grande, perché proprio al Tiburtino?».

Operativa dal 13 giugno la tendopoli in zona Tiburtina, che per tutti doveva essere “temporanea”; gestita dalla Croce Rossa, la quale chiede al comune di accelerare con i lavori di ristrutturazione in via Masaniello o, quantomeno, di provvedere al più presto con soluzioni che risultino un po’ più strutturate.

Nella tendopoli ci sono 170 persone, nel centro Baobab altre 150 – fa sapere Flavio Ronzi, presidente provinciale della Croce Rossa – partono dopo pochi giorni». Nella struttura sono arrivati anche gli aiuti di Save the Children, le Acli e di altre realtà del volontariato. La Croce Rossa chiede a Comune e Prefettura di accelerare i tempi per l’accoglienza in via Masaniello o comunque per una soluzione strutturata. «La tendopoli è una soluzione temporanea e di emergenza, 50 volontari sono impegnati nell’assistenza – conclude Ronzi – continuiamo a ricevere aiuti dai cittadini, ma quanto può durare l’assistenza volontaria?».

Share this article