Terrorismo, cosa si è detto dopo gli attentati?

Dopo gli attentati di Lione, Sousse e Kuwait City si è parlato molto di terrorismo, dei paesi più a rischio e di come fare per arginare un fenomeno che sta diventando sempre più rilevante.

FRANCIA –

Ci rinuncia la Francia, che ormai deve imparare a convivere con la minaccia attentati terroristici, come quello di venerdì o quelli di gennaio. Ne è convinto il primo ministro Manuel Valls. «È difficile per una società vivere per anni sotto la minaccia di un attacco. Ma ormai la domanda non è …se ci sarà un altro attacco, ma quando questo avverrà».

TUNISIA –

Il governo tunisino dopo gli attacchi di venerdì ha effettuato una riunione straordinaria per la creazione di un’unità di comunicazione e divulgazione delle procedure antiterrorismo. Lo ha affermato il ministro responsabile delle relazioni con la società civile Kamel Jendoubi. Poco prima il premier Habib Essid aveva annunciato una serie di interventi tempestivi. Oltre alla chiusura entro una settimana di 80 moschee non controllate dallo stato e identificate come fonti di propaganda eversiva, Essid ha annunciato l’apertura di un fascicolo per “determinare le responsabilità” dell’attacco di Sousse. Verranno prese anche “le misure necessarie” contro “tutti i partiti e le associazioni che violano la costituzione”.In programma anche la revisione delle leggi sui finanziamenti alle associazioni di controllo statale. Sul piano bellico è previsto il ricorso ai riservisti per rimpinguare le forze di sicurezza, impegnate sia nel controllo delle zone montuose, dove spesso si rifugiano i terroristi, sia per irruzioni e perquisizioni coordinate con la polizia per lo smantellamento delle cellule terroristiche in tutto il territorio.

GERMANIA –

Anche la Germania si aspetta di essere obiettivo dei terroristi in qualunque momento. Lo scrive la Bild, facendo riferimento ad un’informativa delle autorità tedesche in cui si legge che il paese è “un obiettivo dichiarato e reale” dell’Isis. Secondo le autorità di Berlino ci sarebbe “un elevato pericolo astratto tanto sul territorio tedesco quanto per le installazioni e gli interessi tedeschi all’estero” che “potrebbe concretizzarsi in qualunque momento attraverso attentati o sequestri terroristici”.

ITALIA –

In Italia il ministro dell’Interno Angelino Alfano, dal Teatro Massimo di Palermo, dove è in corso il “Festival del Lavoro” ha ribadito: «la nostra vicinanza al popolo della Tunisia, del Kuwait e della Francia che hanno subito degli attentati e noi vogliamo dire che siamo vicini a tutti i familiari delle vittime e a questi popoli nella consapevolezza che nessun Paese può dirsi a rischio zero. La nostra intelligence è al lavoro 24 ore al giorno per fare il massimo della prevenzione ma nessun Paese può dirsi al sicuro». Sempre da Palermo Matteo Salvini risponde al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che sullo stesso palco, poco prima aveva parlato dell’abolizione del permesso di soggiorno. «Mi sembra una visione del mondo bizzarra, egoista, difficilmente gestibile – ha detto il leader del Carroccio in videoconferenza -. Insomma, se si tolgono i diritti e i doveri è anarchia totale. Il mondo senza confini e senza barriere è bello da dipingere in un convegno il sabato mattina, la realtà è diversa: o ci diamo delle regole o salta tutto. L’Italia ha bisogno di più certezza del diritto. Il resto d’Europa difende gli interessi dei propri cittadini: la Francia presidia i confini, come fa l’Austria o altri paesi. Perché l’Italia non deve farlo? Se non mettiamo delle regole, tra 30 anni parleremo di un grande caos, io vorrei che qualche regola la mettessimo».

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