I familiari di Lamberto Sposini accusano la Rai: «Non ricordano quanto ha fatto per l’azienda»

04/04/2019 di Enzo Boldi

Sono passati quasi otto anni dal malore di Lamberto Sposini mentre si stava preparando per andare in onda con ‘La Vita in diretta’, insieme a Mara Venier. Era il 29 aprile del 2011 e la notizia del suo ricovero aveva fatto stare in apprensione tantissimi appassionati fan del giornalista-conduttore. Poi una lunga risalita fatta di paure per possibili ricadute e terapie per scongiurare il peggio. Il tempo è passato, ma la famiglia di Sposini ancora lotta in tribunale per vedersi riconosciuto dalla Rai il risarcimento per quanto accaduto: è in atto un processo per valutare se e quanto i ritardi nei soccorsi e alcune negligenze avessero influito sul peggioramento delle condizioni del giornalista.

«Stiamo parlando di un conduttore che alla televisione pubblica ha dato moltissimo – ha detto l’avvocato Bruno Tassone, legale di Lamberto Sposini, intervistato da Il Corriere della Sera -. Inoltre, la Rai rischia una condanna per milioni di euro: perché non arrivare a un accordo che si chiuderebbe con 350 mila euro? Perché continuare questo stato di incertezza?». Infatti, la televisione pubblica rischia una sanzione milionaria – si parla di 11 milioni di euro richiesti in primo grado -, ma con un accordo la cifra potrebbe essere di gran lunga inferiore per l’azienda di viale Mazzini.

Lamberto Sposini e il lungo processo per il risarcimento della Rai

E la Rai, essendoci un processo in corso, non vuole parlare della vicenda, ma il legale che cura gli interessi di Lamberto Sposini, ricostruisce quanto accaduto quel 29 aprile del 2011 mentre il giornalista era a lavoro per preparare la puntata de ‘La Vita in diretta’, con quell’emorragia cerebrale che ne ha messo a rischio la vita:  «Il 118 nel centro cittadino garantisce l’intervento in otto minuti. Nel caso di Sposini, ne sono passati quasi 50. Non sono state date indicazioni corrette circa le sue condizioni, tanto che all’inizio si era parlato di infarto, pur avendo sintomi completamente differenti. Al punto che poi è stato portato in un ospedale non attrezzato per fare l’intervento a cui è stato sottoposto solo quattro ore e mezzo dopo. Tutta la letteratura medica spiega che la tempestività in casi come il suo è fondamentale».

«Ha fatto tanto per l’azienda, ma non c’è memoria»

Il legale di Matilde, la figlia 17enne avuta da Lamberto Sposini con la sua ex compagna Sabina Donadio, racconta di come anche la figlia sia rimasta delusa dall’atteggiamento della Rai: «Quello che manca è proprio un riconoscimento di quello che è successo al padre – spiega l’ avvocato Ada Odino -. Dalla famiglia viene considerato più il lato morale che economico: è quello che ferisce. Si sarebbero aspettati un gesto riparativo. Parliamo di una bambina per cui il padre era un supereroe e di colpo si è trovata ad accudirlo. Resta un supereroe per lei, ma questo mutismo da parte della Rai pare quasi disinteresse».

 

(foto di copertina: V.Muttoni / FARABOLAFOTO)

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