Gruppo Bilderberg: cos’è e come funziona il club più esclusivo del mondo

11/06/2015 di Andrea Mollica

Il gruppo Bilderberg sta svolgendo la sua annuale conferenza in questi giorni in Austria. Ogni anno un centinaio di esponenti di spicco della politica, dell’economia, della finanza, del giornalismo e dell’accademia si ritrovano a discutere sui temi più rilevanti dell’attualità in una esclusiva località, rigorosamente a porte chiuse. La conferenza del gruppo Bilderberg è un evento nato ormai più di sessant’anni fa per promuovere il dialogo tra Europa e America del Nord. Nel corso dei decenni plotoni di complottisti hanno preso di mira questo meeting così esclusivo. Per una larga parte dei seguaci delle teorie della macchinazione il gruppo Bilderberg rappresenta il vero governo mondiale che influenza le decisioni degli esecutivi nazionali.

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Il paese austriaco dove si svolge la conferenza Bilderberg del 2015. Sean Gallup/Getty Images

GRUPPO BILDERBERG –

Il lussuoso Interalp-Hotel Tyrol, un resort alpino a cinque stelle che si trova a pochi chilometri da Innsbruck, ospiterà la 63esima conferenza del gruppo Bilderberg, che ufficialmente si chiama Bilderberg Meeting, riunione Bilderberg. Circa 140 persone si troveranno dall’11 al 14 giugno per discutere dei principali temi d’attualità a livello globale. Gli argomenti principali della 63esima conferenza, pubblicati sul sito del gruppo Bilderberg, sono l’intelligenza artificiale, la cybersicurezza, i rischi delle armi chimiche, la strategia europea, la globalizzazione, la situazione economica mondiale e il terrorismo. Temi di discussione più specifici riguardano la Grecia, l’Iran, la Russia, e le prossime elezioni americane. Grazie all’esclusività dell’invito e la riservatezza del gruppo Bilderberg i circa 140 partecipanti potranno dibattere di questi temi in modo libero, senza aver timori di esprimere opinioni, visto che le affermazioni espresse in questo consesso non trapeleranno all’esterno. Questo è uno dei segreti del successo della conferenza del gruppo Bilderberg, nome che prende spunto dall’hotel di una città olandese in cui svolse il primo incontro svoltosi nel maggio del 1954. Da allora la conferenza si è svolta con cadenza annuale, tranne nel 1955 e nel 1957 in cui se ne svolsero due. L’incontro di quest’anno vedrà la partecipazione di cinque italiani: Mario Monti, Franco Bernabè, Gianfelice Rocca, John Elkann e Lilli Gruber. Tre imprenditori di spicco, un politico e una giornalista, una proporzione che rispecchia anche gli altri inviti rivolti ai “leading citizens”, personalità di spicco, di altri Paesi occidentiali. Tra i leader politici presenti alla conferenza del 2015 ci sono il premier olandese Mark Rutte, il primo ministro belga Charles Michel, il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Djisselbloem, il ministro delle Finanze britanniche George Osborne, e il segretario dei socialisti spagnoli, Pedro Sanchez. Benoît Cœuré, membro del Board della Bce, è il tecnocrate di maggior profilo che parteciperà all’incontro del gruppo Bilderberg, mentre saranno presenti decine di manager di grandi aziende. Ci sarà anche l’amministratore delegato della Ryanair, Michael O’Leary, mentre tra i grandi ex della politica internazionale ci sono il celebre segretario di Stato americano Henry Kissinger e l’ultimo presidente della Commissione UE Barroso.

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Il principe Bernardo dei Paesi Bassi, il primo presidente del gruppo Bilderberg. Keystone/Hulton Archive/Getty Images

VERA STORIA DEL GRUPPO DI BILDERBERG –

L’idea di una conferenza tra leader europei e americani per approfondire i rapporti tra le due sponde dell’Atlantico è stata promossa all’inizio degli anni cinquanta da Józef Retinger, un intellettuale polacco fondatore del Movimento Europeo. Retinger aveva già organizzato incontri tra governi in esilio e ministri degli Esteri degli Stati europei durante la seconda guerra mondiale e all’inizio degli anni cinquanta ha chiesto supporto a capi di stato e di governo così come importanti esponenti del mondo industriale per finanziare conferenze a cadenza regolare che rinsaldassero i legami tra gli Stati Uniti e l’Europa. Gli incontri del gruppo Bilderberg sono stati organizzati grazie al fondamentale appoggio del principe regnante dei Paesi Bassi, Bernardo, a cui Józef Retinger è arrivato dopo essersi consultato con l’ex primo ministro belga Paul von Zeeland e Paul Rykens, all’epoca Ad di Unilever. Il re olandese è stata la figura chiave della nuova piattaforma di dialogo pensata dal consulente politico polacco, visto che grazie al suo impulso è stato ottenuto l’assenso dei principali leader europei dell’epoca. Nel 1952 dieci persone, tra cui due italiani, l’allora presidente del Consilio Alcide De Gasperi e l’ambasciatore in Francia Pietro Quaroni, hanno partecipato al primo incontro riservato che ha preparato l’avvio delle conferenze del gruppo Bilderberg. In questa riunione c’erano solo esponenti dell’establishment europeo, visto che fino a quel momento gli statunitensi non sembravano convinti dell’idea di un incontro esclusivo con i loro alleati atlantici. Il principe Bernardo era inoltre scettico sul coinvolgere politici americani in un anno presidenziale. Dopo la vittoria di Dwight Eisenhower nel 1952 Józef Retinger ha riannodato i contatti Oltreoceano, venendo ancora una volta respinto fino a che il dossier del futuro gruppo Bilderberg non è stato preso in mano dall’allora direttore della Cia, Walter Bedell Smith. L’amministrazione Eisenhower ha dato il suo assenso all’incontro, così che il 29 maggio del 1954, dopo diversi mesi di preparazione, il principe olandese Bernardo ha aperto la prima conferenza transatlantica all’Hotel de Bilderberg, nella cittadina olandese di Oosterbeek.

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Proteste contro il gruppo Bilderberg. AFP PHOTO / CHRISTIAN BRUNA

GRUPPO BILDERBERG MEMBRI –

Il principe Bernardo ha presieduto le conferenze informali ed esclusive del gruppo Bilderberg fino al 1977. Durante gli anni Cinquanta e Sessanta si sono consolidate le regole che ne disciplinano l’organizzazione. Il gruppo Bilderberg ha due organismi principali, il comitato guida, chiamato steering committe in inglese, e il presidente. L’unica attività del club più esclusivo del mondo è l’organizzazione della conferenza, che è pagata dai membri del comitato della nazione dove si svolge con cadenza annuale.  Alla conferenza si può accedere solo tramite invito, deciso dal comitato guida. Durante la conferenza non si vota così come non si compongono testi, ma si svolgono lunghe discussioni sui temi all’ordine del giorno. La conferenza è guidata dal presidente del comitato guida del gruppo Bilderberg, incarico attualmente ricoperto dal francese Henri de Castries, il Ceo di Axa, secondo gruppo assicurativo europeo. De Castries è il primo top manager ad aver assunto l’incarico di guida del gruppo Bilderberg. Dopo la lunga presidenza di Bernardo, conclusa dopo il coinvolgimento del sovrano nello scandalo Lockheed, si sono succeduti politici di rilievo quali l’ex premier britannico Alec Douglas-Home, l’ex presidente della Germania Walter Scheel, l’ex ministro degli Esteri del Regno Unito Peter Carrington, l’ex vicepresidente della Commissione UE Etienne Davignon, e anche un giornalista, Eric Roll, in passato direttore di The Times. Il presidente del gruppo Bilderberg è nominato dal gruppo direttivo del club, lo steering comittee. Sul sito del gruppo non è chiarito come siano eletti i membri del comitato guida, che sono 33, in gran parte provenienti dal mondo dell’economia. Tra i componenti dell’organismo che dirige il gruppo Bilderberg ci sono i top manager delle maggiori società americane ed europee, come Deutsche Bank, il colosso mediatico PRISA, Goldman Sachs, Lazard, Airbus e Microsoft. Ci sono anche politici di rilievo, come l’ex presidente della Commissione José Luis Barroso, e l’ex presidente della Banca centrale europea Jean-Marie Trichet. In un consesso contraddistinto dalla presenza maggioritaria di statunitensi ci sono anche due italiani, il manager Franco Bernabè, e l’ex presidente del Consiglio Mario Monti.

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Mario Monti. ANDREAS SOLARO/AFP/GettyImages

GRUPPO BILDERBERG MONTI –

La presenza di Mario Monti nel comitato guida del gruppo Bilderberg ha ravvivato nel nostro Paese i numerosi sospetti che questo club suscita nel mondo dei complottisti. L’arrivo alla presidenza del Consiglio di un tecnocrate componente di questo club esclusivo, legato alla finanza internazionale e assurto alla guida del Paese senza passare dal voto, ha riacceso l’interesse su questo club. Che ciò sia accaduto nel rispetto delle prerogative costituzionali del presidente della Repubblica, ex articolo 88 e 92 della Carta, non ha mai avuto importanza per i fan delle teorie delle macchinazione. Nell’estate del 2011, poco prima dell’arrivo di Monti al governo, l’eurodeputato leghista Mario Borghezio aveva organizzato una protesta contro la riunione di quell’ anno del gruppo Bilderberg, svolta in Svizzera. L’esclusività delle conferenze, svolte secondo le regole della Chatham House che impongono la massima riservatezza sulle discussioni, ha alimentato numerose teorie complottiste. Molti eventi storici, come la crisi dell’euro, la riunificazione della Germania, la crisi petrolifera degli anni settanta, la costruzione dell’Europa unita e così via sono state associate a conferenze del gruppo Bilderberg svoltesi nell’anno precedente a questi eventi. Gli incontri del club più esclusivo del mondo non vengono registrati, e piuttosto ironicamente, le conferenza stampa svolte in passato per rendicontare sulle discussioni svolte sono state annullate per mancanza di interesse. L’idea originale di Józef Retinger di mettere assieme i leading citizens di Stati Uniti ed Europa ha avuto un tale successo nel mondo del complottismo da scambiare il gruppo Bilderberg per un governo mondiale, di ispirazione probabilmente massonica, che decide i destini dei Paesi. Una visione ispirata a teorie delle macchinazione finora mai suffragata nella realtà. Le critiche a questo club uniscono trasversalmente la destra come la sinistra; negli anni sessanta l’associazione ultraconservatrice John Birch Society riteneva che i Repubblicani fossero segretamente governati dal gruppo Bilderberg che li costringeva ad adottare piattaforme economiche di stampo socialista. A sinistra invece il club è sempre stato associato al dominio del capitalismo e dell’alta finanza. L’ultimo episodio del complottismo istituzionalizzato trasversale a destra e sinistra è la richiesta del Movimento 5 Stelle di interrogare il gruppo Bilderberg sui segreti dell’omicidio Moro. Ennesima conferma dell’alone di mistero che esercita la conferenza più esclusiva del mondo.

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