Incidente Roma Barberini: “Ho sbagliato fra il freno e l’acceleratore”

Incidente Boccea, il ragazzo rom: “Ho sbagliato fra il freno e l’acceleratore“. Così dice Anthony, il ragazzo del campo nomadi della Madonnetta protagonista, con un altro minorenne e una ragazza sempre del campo che erano alla guida della Lancia Lybra che davanti alla Metro Battistini ha falciato Corazon, la donna filippina rimasta vittima dell’incidente, e ferito altre otto persone. Sono stati fermati i due fuggitivi, trovati in un campo agricolo in zona Massimina, e sono stati affidati alle forze dell’ordine.

INCIDENTE ROMA BOCCEA, IL RAGAZZO ROM: “HO SBAGLIATO PEDALE”

I ragazzi sono sotto indagine con l’ipotesi di reato di omicidio volontario, basato sul dolo eventuale. Rischiano, nonostante la competenza della giurisdizione minorile, fino a 21 anni di galera. Il Messaggero riporta le parole del giovane ai pubblici ministeri.

Ha diciassette anni ma è già sposato e la macchina che guidava è la terza in suo possesso negli ultimi due anni. La vita gli ha già insegnato da tempo a comportarsi da adulto e lui davanti al giudice ammette tutto, senza troppi giri di parole: «Ero io al volante della Lancia Lybra, l’avevo comprata la settimana prima – dice il giovane rom – Ho accelerato e ho sbagliato pedale, ho premuto l’acceleratore invece del freno. Mio fratello mi urlava di frenare, gridava fermati disgraziato, ma io quando ho visto la polizia non ho capito più nulla. Avevo troppa paura che ci fermasse la polizia e ho pensato solo a scappare». 

Il ragazzo, affermano gli inquirenti, è in qualche modo recidivo.

Antony sarebbe stato fermato già tre volte per guida senza patente. La polizia gli ha sempre sequestrato il mezzo, denunciandolo a piede libero, e tutte le volte, dopo poco, il giovane sarebbe riuscito a procurarsi una nuova automobile.

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INCIDENTE ROM ROMA, IL QUARTO UOMO ERA IL PADRE?

L’avvocato di ufficio argomenta: “Il mio assistito  in una circostanza precedente era stato picchiato dalla polizia” e così non si è fermato all’alt per la paura di prendere altre botte. Sarebbe vicino alla risoluzione anche il caso del presunto quarto uomo a bordo della vettura.

Batho Halilovic, padre dei due ragazzi fermati lunedì che inizialmente si era auto accusato raccontando, anche a giornali e tv, di essersi messo al volante da solo, avrebbe ammesso di essere a bordo dell’automobile coi due figli e la nuora. La procura l’ha iscritto per omicidio volontario in concorso col figlio. E’ lui del resto, hanno detto prima la nuora Maddalena e poi il ragazzo, che dovevano accompagnare in ospedale quel maledetto mercoledì pomeriggio. Ha una grave forma di cardiopatia e proprio per questo gli uomini della Squadra mobile di Roma non hanno ancora confermato con certezza che fosse lui il ”quarto uomo”: per un uomo come Batho, spiegano, fuggire rapidamente da via di Boccea sarebbe stato impossibile. Maddalena, la giovane nuora fermata la sera stessa, assistita dall’avvocato Carola Gugliotta, avrebbe però chiarito anche questo particolare: «Quando l’auto si è fermata, Batho è sceso ed è caduto a terra, credo che l’abbiano confuso con gli altri feriti, per questo non l’hanno fermato»

 

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