Il primo condannato per la Parentopoli dell’era Alemanno

Franco Panzironi, ex amministratore delegato di Ama, è il primo condannato per la parentopoli dell’era di Gianni Alemanno sindaco di Roma: coinvolto anche in Mafia Capitale, Panzironi è il primo condannato eccellente dei tribunali che stanno indagando sulle assunzioni clientelari monstre che nel periodo della giunta di centrodestra hanno portato in Ama e in Atac dipendenti non necessari reclutati con procedure non trasparenti.

FRANCO PANZIRONI PRIMO CONDANNATO PER PARENTOPOLI

Federica Angeli e Giovanna Vitale su Repubblica nella Cronaca di Roma rivendicano la “vittoria giornalistica” confermata dalle sentenze: Parentopoli non fu un’invenzione della stampa.

E’ la prima condanna del “sistema Alemanno”. E certifica che Parentopoli non è stata una invenzione giornalistica (di Repubblica, per prima la denunciò), che nei cinque anni di centrodestra in Campidoglio le aziende partecipate sono state imbottite di mogli, figli, fratelli, cognate, segretarie, amici, spesso compagni di partito, tutti riconducibili alla galassia ex missina. Di cui Franco Panzironi, già ad di Ama e tesoriere della fondazione alemanniana Nuova Italia, era uno dei pianeti più importanti.

Panzironi è attualmente ai domiciliari per associazione a delinquere di stampo mafioso, il tribunale l’ha condannato a sette anni e tre mesi per abuso d’ufficio e falso con interdizione perpetua dai pubblici uffici. I numeri della Parentopoli vengono ricordati ancora da Repubblica: “841 tra autisti e operatori ecologici arruolati in Ama tra il 2008 e il 2009, in 41 casi per chiamata diretta, aggirando i vincoli della legge Brunetta”. Altri le condanne del “sistema Parentopoli” fra cui “Cedrone, ex direttore del personale, condannato a 3 anni; Bruno Frigerio, ex consulente esterno e presidente della commissione esaminatrice, a 3 anni e 3 mesi; Gianfranco Regard, ex capo del settore legale, a 1 anno e 1 mese”.

LEGGI ANCHE: Parentopoli Ama, gli indagati

IGNAZIO MARINO: “CHIEDEREMO I DANNI”

A beneficiare delle assunzioni clientelari fu “il consorzio Elis, che si occupò della selezione del personale nonostante, secondo la procura, non avesse la struttura né la preparazione per svolgere il compito affidato”, ricorda il Corriere della Sera. L’amministrazione di Ignazio Marino prende posizione e annuncia ai cittadini: chiederemo i danni.

Per quanto riguarda Roma, la nostra amministrazione ha deciso di rivalersi anche in sede civile: chiederemo almeno 100.000 euro per il danno d’immagine subito dalla città. Sono convinto che – come è successo già in sede penale – la magistratura riconoscerà le nostre ragioni e mi impegno fin d’ora a utilizzare tutti i soldi che riusciremo a ottenere per il decoro, in particolare per la cancellazione delle scritte che imbrattano i muri della città

La sentenza di condanna dell’ex AD Ama Franco Panzironi getta piena luce su Parentopoli e dà ragione al Campidoglio che…

Posted by Ignazio Marino on Mercoledì 27 maggio 2015

 

Copertina: Ansafoto

Share this article