Arriva ‘Possibile’, il movimento di Pippo Civati

Possibile. Possibilissimo. Il simbolo è già pronto. L’ufficializzazione è programmata per il 3 giugno. Il movimento esisteva già da un anno, ma a breve – stando alle anticipazioni della stampa – potrebbe diventare altro. A luglio, infatti, avrà luogo la prima festa. Parliamo di ‘Possibile‘, la creatura rossa di Pippo Civati, la rete che il deputato uscito dal Pd poche settimane fa immagina come un movimento «inedito e diverso dal solito».

 

Update delle 14:00 – I retroscena dei giornali hanno velocizzato un po’ le cose

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La nuova formazione non dovrebbe avere la struttura piramidale dei partiti tradizionali, la sua proposta dovrebbe infatti nascere dalle idee dei cittadini sviluppate nei comitati su singoli temi. Ne parla Monica Guerzoni sul Corriere della Sera:

Di ufficiale non c’è ancora nulla. Ma il simbolo, realizzato da Federico Dolce e Marianna Zanetta del Vixen Studio di Torino, militanti convinti, sarà depositato in queste ore e qualche provino è sfuggito al controllo dei creatori. Tessere di iscrizione, t-shirt con il simbolo, gadget… Tutto è pronto per il lancio. Il cerchio rosso ciliegia in cui si inscrive il segno tipografico dell’uguale ricorda da vicino le insegne del movimento che ha sedotto i giovani spagnoli. Il viola di Podemos è uno dei colori che, miscelati con il rosa e l’arancio di tante battaglie della sinistra del terzo millennio in Italia, hanno dato vita al rossastro di Civati. Il deputato risponde al telefono che è sera e si dice «molto sorpreso» di sapere che il suo simbolo non sia più segreto: «Lo presenteremo a giugno, dopo le Regionali». Si è ispirato a Podemos? «No… Possibile non è la trasposizione di alcun modello straniero». Cosa c’è in cantiere? «Questa cosa, che spiegheremo con calma, la mettiamo a disposizione di tutti coloro che possono essere interessati a condividere con noi un modello di lavoro completamente nuovo, che supera i partiti tradizionali». Maurizio Landini? «La coalizione sociale è per noi motivo di interesse e confronto». E Sel? «È un interlocutore naturale. Ma ci sono anche gli ambientalisti, che devono ritrovare una rappresentanza. E soprattutto ci sono i cittadini».

(Foto: Ansa / Massimo Percossi)

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