Scoperte 139 fosse comuni e campi di concentramento dei migranti

Le autorità malesi hanno comunicato i dettagli della scoperta di quasi 140 fosse comuni e dozzine di campi di smistamento dei migranti al confine con la Thailandia. Il capo della polizia Khalid Abu Bakar riporta il rinvenimento di 28 siti, probabilmente campi di prigionia dei migranti in transito, a circa 500 metri dal confine settentrionale. «L’operazione, condotta dall’11 al 23 maggio ha portato alla scoperta di 139 tombe» ha detto Abu Bakar in conferenza stampa. Non è ancora possibile fornire un bilancio esatto dei cadaveri, ma il ritrovamento dei 139 siti fa aumentare vertiginosamente il numero di corpi a cui si era pensato all’inizio.

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I CAMPI – Tutto sembra indicare un sistema di campi di concentramento e fosse comuni, nella stessa area dove a inizio maggio la polizia thailandese aveva estratto almeno 30 corpi. Un’emergenza umanitaria innescata dal giro di vite delle autorità su una pratica prima tollerata, con migliaia di rohingya e bengalesi scaricati in mare dagli scafisti, per paura di essere arrestati. Per avere un’idea del traffico di essere umani basti pensare che il campo più grande era in grado di contenere fino a 300 persone, mentre un secondo, più piccolo, ne accoglieva circa 100. Tutto questo non fa che confermare i sospetti che il bilancio delle vittime sia destinato a crescere.

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L’INDAGINE – «Troveremo i responsabili di tutto questo» ha detto Abu Bakar «e non faremo sconti per nessuno dei colpevoli, compresi i funzionari malesi».
Ancora non è chiara la nazionalità delle vittime, ma il percorso è usato tradizionalmente da migliaia di persone in fuga dalla persecuzione e dalla povertà del Rohingya e del Bangladesh. Alcuni corpi sono stati trovati in avanzato stato di decomposizione, ma la polizia ritiene che almeno due o tre campi siano stati abbandonati solo di recente, perché hanno trovato riso, verdure e piatti cucinati recentemente. Ma perché fino ad oggi nessuno si è accorto di nulla? La terribile scoperta è il risultato di un’indagine che va avanti da tempo e che ha portato all’arresto di 37 trafficanti di esseri umani, tra cui due poliziotti.

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“TROVEREMO I RESPONSABILI” – Il primo ministro malese Najib Razak si è detto “profondamente preoccupato” per l’accaduto. «Troveremo i responsabili» ,ha promesso, rimarcando quanto detto a inizio mese: «la Malesia non tollererà nessuna forma di traffico di esseri umani». Sembra un affermazione ovvia, ma la questione è ben radicata, dato che il traffico viene gestito da organizzazioni criminali, con la complicità delle autorità.

I am deeply concerned with graves found on Malaysian soil purportedly connected to people smuggling. We will find those responsible.

Posted by Najib Razak on Domenica 24 maggio 2015

[FotoCredit:GettyImages]

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