Rimborso pensioni, “arrivano dal primo agosto”

17/05/2015 di Redazione

Palazzo Chigi non intende aspettare le elezioni Regionali del 31 maggio. Entro la prossima settimana il governo intende trovare una soluzione al “nodo pensioni“, dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato il blocco delle indicizzazione deciso dal governo Monti. A confermarlo è il quotidiano “La Repubblica“, che ha spiegato come il decreto pensioni, essenziale per evitare un buco di oltre 10 miliardi di euro sui conti pubblici, sarà presto approvato.

RENZI A L’ARENA – A rivelare la tempistica è Matteo Renzi ospite di Giletti a L’Arena su Rai Uno

“Non ci sarà rimborso totale, ma domani comunicheremo come e quanto restituiremo ai pensionati dopo la sentenza della Consulta. E cominceremo dal primo agosto”. Matteo Renzi ha parlato delle pensioni intervenendo a L’Arena du Rai Uno. a Rai Uno “Io non credo che sia una sentenza contro di me e rispetto le sentenze”, ha aggiunto, “la Corte Costituzionale va difesa sempre,è l’ultima istanza, quindi, quando si va in corte quel che decide la corte si accetta, punto. E’ chiaro che si accetta la sentenza, ma non mi metto a fare polemica con la corte o con i governi e i parlamenti precedenti”.

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Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan – Archivio Ansa/Epa

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IL NODO PENSIONI, IL DECRETO PREVISTO PER LA PROSSIMA SETTIMANA –

«Non siamo la vecchia politica. Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. Dobbiamo decidere e lo faremo», avrebbe spiegato in una riunione ristretta a Palazzo Chigi il premier Renzi, come riportato dal quotidiano. Un ulteriore tavolo tecnico è previsto per questa sera, in modo da accelerare sui tempi. E restituire ai pensionati il mancato adeguamento all’inflazione deciso dal decreto “Salva Italia” allora deciso dal governo Monti. Quel che sembra ormai chiaro è che il governo non è intenzionato a restituire tutto: il rimborso dovrebbe essere pieno fino a 1500 euro, per gli assegni più alti saranno invece previsti diversi scaglioni: 

«Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, martedì illustrerà alle commissioni parlamentari l’orientamento del governo. […] Una decisione rapida l’ha garantita anche ai commissari di Bruxelles quando ha incassato il via libera europeo sul piano triennale italiano per il risanamento finanziario. D’altra parte questa è una partita che si gioca su più fronti: politico, economico, sociale. Le pensioni, come spesso è già accaduto, diventano la cartina di tornasole per valutare la capacità decisionale di un governo, la propria attitudine alla mediazione, oppure la malcelata tentazione di ricercare il consenso a breve anziché l’equità tra generazioni diverse. Anche per Renzi questo è il contesto», si legge su “Repubblica”.

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L’obiettivo resta quello di ridurre il più possibile l’impatto della sentenza della Consulta sui conti pubblici. Per questo si conferma la strada scelta dal governo di risarcire in modo pieno i pensionati che appartengono alle fasce di reddito più basso:

«Gli altri dovranno capire che il sacrificio che viene loro richiesto è dentro una logica di solidarietà intergenerazionale. Negli anni della lunga recessione i pensionati (come i lavoratori stabili del pubblico impiego) non hanno perso il proprio reddito, diversamente dalle migliaia di lavoratori privati che si sono trovati senza occupazione. Chi resterà fuori dall’operazione restituzione comunque non perderà un euro rispetto a quanto riceve ora.

Il governo ha individuato nella soglia di tre miliardi di euro la quota da non oltrepassare per quanto riguarda il peso dell’operazione sui conti pubblici. La copertura? Arriverà anche dal famoso “tesoretto” scaturito dalla differenza tra il deficit programmatico e quello tendenziale. Ma non solo. Il governo rimborserà soltanto le pensioni fino a 5-6 volte il trattamento pensionistico minimo (2.500-3.000 euro lordi al mese). Sopra questa quota non verrà rimborsato nulla, secondo il piano dell’esecutivo.

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