Pensioni, ecco quanto ti potrebbero rimborsare

15/05/2015 di Redazione

Dopo la bocciatura della Consulta del blocco delle indicizzazioni al costo della vita deciso dal governo Monti, l’esecutivo Renzi è orientato nella direzione della restituzione parziale. Già pronta una bozza del decreto. L’esecutivo farà ricorso alle fasce di reddito, con rimborsi più generosi per gli assegni più bassi che si riducono mano a mano che l’importo sale.

 

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RIMBORSI E CIFRE –

Sui numeri dei rimborsi, però, c’è ancora incertezza. Un calcolo lo fa “Repubblica“, in un articolo di Roberto Petrini. L’intenzione del governo è quello di tutelare in pieno chi percepiva un trattamento appena sopra tre volte il minimo: 

«Il Signor Rossi, come circa 2 milioni di suoi colleghi, percepiva una pensione mensile di 1.639 euro lordi (circa 1.300 netti), un trattamento pari a tre volte e mezzo il minimo». Dopo il blocco dell’indicizzazione deciso da Monti, «il pensionato Rossi ha cominciato a perdere soldi: nell’intero 2012 ha ricevuto una pensione più bassa di 567 euro, nel 2013 ha perso ulteriori 630 euro per lo stesso meccanismo di mancata rivalutazione e ha cominciato a perdere altri 17 euro per effetto del “trascinamento” (se gli fosse stata corrisposta la perequazione che gli spettava l’anno successivo l’assegno sarebbe stato più alto perché calcolato su una base maggiore). In tutto i suoi arretrati, dopo la sentenza della Corte costituzionale del 30 aprile scorso che ha bocciato la norma del 2011, e in caso di rimborso “pieno”, ammontano a 3.007 euro per i tre anni 2012-2014. Alla somma dovuta dallo Stato al nostro pensionato per il pregresso si aggiunge, dal 2015, la maggiorazione che dovrebbe essere incorporata nella pensione come effetto dell’intero ricalcolo pari a 1.229 euro (compresi i 32 euro dei “trascinamenti”). Il signor Rossi potrebbe presentarsi all’Inps e chiedere indietro 4.236 euro lordi»

Più chiarezza però è stata fatta ieri dall’Ufficio parlamentare bilancio, guidato da Giuseppe Pisauro, che ha messo a disposizione i conteggi esatti su quanto hanno perso i pensionati sopra tre volte il minimo negli ultimi quattro anni:

«Naturalmente la cifra è al lordo delle tasse: il Signor Rossi in questione dopo aver pagato l’Irpef, in caso di rimborso completo, si troverebbe in tasca circa 2.400 euro. Il rapporto dell’Upb si limita a considerare gli effetti di una ipotetica restituzione totale e integrale. Tuttavia,non è escluso che la scelta del governo possa tutelare in pieno i diritti dei pensionati con tre volte e mezzo il minimo tra i quali si colloca il Signor Rossi».

 

Il focus dell’Ups, contenuto nell’ampio “Rapporto sulla programmazione di bilancio 2015”, ricostruisce anche quanto perso dai pensioni con assegni più alti:

«Chi nel 2011 aveva intorno ai 2.100 euro potrebbe aver diritto, in assenza di provvedimenti correttivi del governo, a circa 5.300 euro tra arretrati e maggiorazione nel 2015. Al contrario, chi si aggirava sui 2.500 euro avrebbe diritto in totale a circa 6.300 euro; chi aveva una pensione di oltre 4.000 euro potrebbe vantare circa 10 mila euro per i quattro anni in questione». 

Un rimborso totale creerebbe però non pochi problemi ai conti pubblici, così come entrerebbe in conflitto con la necessità di rispettare norme e vincoli Ue. Per il solo quadriennio 2012-2015, come ricorda Repubblica, l’intervento peserebbe per 15 miliardi. Troppi per le casse dello Stato.

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