TTIP, i Democratici si rivoltano contro Obama

Il TTIP

, il trattato di libero scambio tra USA e UE, è stato frenato al Senato degli Stati Uniti. Dopo il blocco delle trattative seguite all’ostilità di buona parte dei governi europei a eccessive misure di liberalizzazioni dei mercati, i Democratici americani hanno bloccato i poteri speciali che Barack Obama avrebbe voluto per facilitare il negoziato e l’approvazione del TTIP e del TPP, l’accordo di libero scambio con i Paesi asiatici.

TTIP

– Barack Obama ha subito una delle più amare sconfitte della sua presidenza, inferta dalla rivolta del suo partito contro la politica commerciale della Casa Bianca. I Democratici hanno bloccato la discussione sulla legge che avrebbe concesso l’autorità esclusiva di negoziato sulla conduzione dei trattati di libero scambio con Europa e Asia, TTTIP e TPP. Barack Obama ha chiesto al Congresso una procedura di velocizzazione, chiamata TPA, che prevede che gli accordi commerciali siano negoziati interamente dall’amministrazione presidenziale, e che il Parlamento degli Stati Uniti possa ratificarli solo con un sì e con un no. Tramite questo potere speciale al presidente al Congresso verrebbe sottratta la facoltà di emendare i trattati commerciali che il presidente ha concluso con le controparti. La liberalizzazione del commercio internazionale attraverso la conclusione di accordi di libero scambio con Europa e Asia, TTIP e TPP, è diventata l’ultimo grande obiettivo della presidenza di Obama, che però ha dovuto subire una sconfitta molto netta. Tutti i senatori democratici, esponenti del suo partito, hanno negato il loro voto sull’apertura del dibattito in aula. Il progetto di legge è stato così congelato.

LEGGI ANCHE

Il TTIP, obiettivi e mezzi del trattato più discusso d’Europa

Barack Obama e il trattato TTIP di cui l’Europa non parla

Elizabeth Warren, chi è l’outsider liberal che fa tremare Hillary Clinton

 

TTIP ACCORDO

– La rivolta dei Democratici contro Barack Obama sul TTIP e sul TPP è stata guidata da Elizabeth Warren. La senatrice del Massachusetts si è fatta carico della protesta dei sindacati, dei gruppi ambientalisti così come di altri movimenti progressisti che si oppongono agli accordi di libero scambio per il possibile impatto sui lavoratori, sui loro salari e sugli standard ambientali. Il presidente ha accusato Warren di dire cose non vere, aprendo uno scontro pubblico con una delle esponenti liberali a lui più vicine. Il dato sorprendente è che tutti i senatori democratici si siano schierati contro il presidente, sostenuto invece dai repubblicani; anche esponenti favorevoli alla liberalizzazione del commercio internazionale hanno votato contro alla luce della decisione del capogruppo GOP di non inserire standard di protezione per i diritti dei lavoratori americani. La via per l’approvazione del TTIP e del TPP diventa così ancora più complicata, visto che i trattati dovranno essere ratificati dal Congresso, che avrà il potere di modificare i loro testi a meno di un nuovo voto favorevole sulla legge richiesta da Obama. Lo scontro interno ai Democratici americani ricorda quando sta succedendo in Europa. La maggior parte dei governi guidati da partiti dal Pse o sostenuti dai socialdemocratici, come Germania, Francia e Austria, si sono schierati contro la versione del TTIP appoggiata dall’amministrazione Obama e dalla Commissione UE. Al momento solo il governo Renzi, tra quelli di area Pse, si è espresso per una rapida approvazione dell’accordo di libero scambio con gli USA, insieme all’esecutivo di David Cameron e ad Angela Merkel.

Photocredit: Mike Theiler-Pool/Getty Images

Share this article