«L’ISIS mi ha obbligato a vedere come decapitavano i cristiani»

Gianluca Mezzofiore ha raccolto per International Business Times la testimonianza di un sedicenne eritreo sbarcato in Sicilia, che ha visto i suoi compagni di viaggio decapitati dall’ISIS.

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L’ODISSEA NEL DESERTO –

Il giovane Nael Goitom è stato rapito il 3 marzo scorso mentre cercava di attraversare il confine tra Sudan e Libia. Con lui Somali, Etiopi ed Eritrei, alcuni già respinti da Israele, almeno uno dall’Italia. Rapiti da uomini ora affiliati all’ISIS, che hanno lasciato andare i somali e i musulmani in generale e trattenuto gli altri. Il gruppo di Nael era composto da altri 61 uomini etiopi, 10 donne eritree e 8 etiopi.

PRIGIONIERI DELL’ISIS –

Prigionieri di un campo con circa 300 jihadisti, tenuti in una profonda buca, per giorni, poi gli uomini trattenuti dagli islamisti sono stati uccisi, ai ragazzi è stato offerto di diventare «cucciolo del califfato» o morire. Hanno scelto la prima, ma appena è stato possibile sono scappati e, dopo 4 giorni di fuga a piedi, hanno potuto raggiungere un abitato dove sono stati soccorsi. Nael è scappato con altri 3 ragazzi: Yohannes Mebrahtu, Thomas Ghiwet, Abraham Naizghi e Aman Shishay, del destino riservato alle donne non dice niente.

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OGGI NAEL HA GLI INCUBI –

Nel mese trascorso in prigionia Nael e i suoi compagni sono stati costretti ad assistere alle esecuzioni e alle decapitazioni degli adulti,più volte. Le stesse esecuzioni che poi sono finite in un video di propaganda del gruppo. I giovani sono stati costretti a guardare tutto e oggi Nael dice di avere gli incubi, nei quali vede esecuzioni e decapitazioni.

 

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