Non rispondere ai troll: ora te lo dice anche la scienza

Potreste anche non crederci, ma i ricercatori di due università americane hanno confermato la validità della regola «don’t feed the troll».

Internet surveillance tribunal

UN ALGORITMO AMMAZZA-TROLL –

Lo scopo della ricerca delle università di Stanford e di Cornell, poi ripresa da Time,non è tanto quello di fornire uno studio sociologico sui troll, quanto quello di arrivare alla produzione di un algoritmo che consenta l’individuazione del troll da parte di un agente automatico.  Per far questo i ricercatori hanno analizzato un numero enorme di messaggi(circa 40 milioni scritti in un periodo di 18 mesi da 1,7 milioni d’utenti) pescati da un sito di notizie (Cnn.com) da uno dedicato alla politica (Breitbart.com) e da uno dedicato ai videogame (IGN.com).

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COME SI RICONOSCONO I TROLL –

La ricerca ha portato alla produzione di un algoritmo che, secondo i ricercatori, sarebbe in grado d’identificare un troll non appena si manifesta, ma che per ora non è ancora stato testato. Quello che i ricercatori hanno scoperto è che i troll «ricevono mediamente più risposte degli altri utenti, suggerendo che potrebbero essere abili a spingere gli altri in discussioni inutili e perditempo».

COSA FARE CON I TROLL –

I troll inoltre scrivono più degli altri e in maniera più confusa, scrivendo più messaggi negativi della media e più messaggi della media, tendendo a rispondere con l’escalation alle critiche o alla rimozione dei loro post, concludendo che il «il comportamento antisociale è esacerbato quando la reazione della comunità che commenta è troppo aspro», da qui il consiglio: non nutrite i troll.

 

 

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