Tutte le cose che (non) fanno male ai bambini

Le bufale sulla gravidanza, e la loro smentita

Niente viaggi in aereo, niente ecografia, niente tintura per i capelli. Elena Meli sul Corriere demolisce tutti i falsi miti sulla gravidanza e sui prodotti e le azioni che fanno male alle donne incinte:

Queste e molte altre “certezze” affollano la testa delle donne in gravidanza, che spesso a causa di credenze popolari, informazioni raccolte sul web o vere e proprie leggende metropolitane, vivono i nove mesi dell’attesa come uno slalom fra divieti e strane regole. A volte finendo per compromettere il proprio benessere: un recente studio irlandese, ad esempio, ha dimostrato che meno della metà delle future mamme mangia davvero sano, garantendosi ogni giorno i nutrienti fondamentali. Spesso accade per paura dimettere su troppo peso: fino a qualche decennio fa le donne non si preoccupavano troppo dei chili in più, oggi la bilancia è un rito ansiogeno. Ma stare a dieta stretta è un errore, come spiega Enrico Semprini, ginecologo e ricercatore presso l’Università di Milano: «Non è vero che bisogna mangiare per due, ma è altrettanto certo che i grassi non devono essere demonizzati, perché sono utili al feto. Il peso accumulato in gravidanza non deve preoccupare: il grasso in più produce ormoni femminili e aiuta la donna a sostenere il “crollo” ormonale dopo il parto. Anche eliminare pesci come tonno o pesce spada è sbagliato: i contenuti inmercurio non creano problemi salvo rarissimi casi di contaminazione massiccia, invece privandosi del pesce la donna rinuncia a nutrienti preziosi. La gestante deve vivere emangiare in allegria, senza isterismi: durante le festività si può persino brindare con due dita di champagne ».

Il messaggio è forte e chiaro:

Mamme, rilassatevi. L’ecografia non fa male al bambino (anche se il ginecologo osserva: «Rispettiamo la privacy del piccolo e non esageriamo nello scrutarlo»). Non per forza in caso di piccole perdite bisogna mettersi a letto. Potete tingere i capelli, evitando di farlo solo nei primi tre mesi; potete anche prendere l’aereo, basta indossare un paio di calze elastiche; potete viaggiare in auto senza costringervi a soste ogni mezz’ora. Oggi le donne arrivano ad avere un figlio in condizioni diverse rispetto al passato: la maggioranza lavora, ha una vita attiva, piena di stimoli. Azzerare tutto a causa di falsi miti è anacronistico: a parte situazioni a rischio, si può ad esempio continuare a praticare un’attività fisica e lavorare fino al parto. «Resiste ancora la regola di lasciare a casa fin da due mesi prima del parto donne perfettamente in salute: ma la gravidanza non è una malattia.

Ecco perché:

Meglio usare quel tempo dopo, per stare con il bimbo quando è piccolo» dice Semprini, che spiega come gli “equivoci” abbondino tuttora anche fra le coppie che hanno difficoltà a concepire. «Molti pensano ancora—riferisce lo specialista—che esista un’incompatibilità biologica della coppia, una sorta di “segno del destino”. Non è così, perché, se si capisce il reale motivo dell’infertilità, adesso nella maggioranza dei casi le difficoltà possono essere superate ». «L’approccio alla gravidanza — conclude il ginecologo — è del tutto cambiato: c’è più partecipazione da parte dei padri, le donne sono più consapevoli. È ora di non credere più a tanti “miti” che circolano intorno all’attesa, vivendola con maggiore serenità e naturalezza».

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