Omicidio stradale: «Con le norme attuali agli ubriachi conviene fuggire»

In caso di incidente mortale provocato, agli automobilisti ubriachi «con le norme attuali conviene scappare anziché fermarsi». A denunciarlo, con una provocazione sulle colonne del Messaggero, è Giordano Biserni, presidente dell’Asaps (l’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale, ndr).

OMICIDIO STRADALE, LE NORME E LA DENUNCIA DELL’ASAPS  –

Il motivo? Secondo Biserni le leggi ora in vigore dovrebbero essere modificate: «È una provocazione, ma a parlare sono i numeri. Se (il responsabile, ndr) viene fermato rischia una condanna fino a dodici anni. Se, invece, viene individuato nei giorni a seguire il tetto diventa di dieci». Questo perché in base all’articolo 589 del codice penale chi causa la morte di qualcuno violando le norme del codice stradale è punito con la reclusione da 2 a 7 anni. La pena aumenta da 3 a 7 anni se il soggetto è ubriaco o sotto effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope (si prevede anche che, nel caso le vittime sono più di una, la pena possa aumentare del triplo, fino al limite di 15 anni).

Da più parti si chiede l’istituzione del reato di omicidio stradale (Alfano ha “promesso” di proporlo in Cdm, ndr). Biserni ha spiegato al Messaggero come, nel caso di fuga, «il responsabile dell’incidente con vittima» non soltanto «ha il 50% per cento di possibilità di farla franca». Nel caso fosse individuato «risponderebbe per l’incidente, ma non per l’uso d alcol o stupefacenti, non più riscontrabili». Anche con l’aggiunta dell’omissione di soccorso, il massimo della condanna è di dieci anni. In realtà, è la denuncia di Biserni, «in media, le condanne si attestano su 2 anni e otto mesi». In pratica, «tra rito abbreviato, patteggiamento e mancanza delle aggravanti, nessuno va in carcere».

LE NORME DA CAMBIARE –

Non mancano i precedenti: «Penso a Jonathan, 3 anni, ucciso a Ravenna sulle strisce. Il conducente è fuggito. Rintracciato nei giorni successivi, ha patteggiato 2 anni e 9 mesi. Tanto vale la vita di un bimbo», ha attaccato Biserni. Convinto che bisognerebbe rendere controproducente l’omissione di soccorso, elevando le pene minime:

«L’ultima proposta discussa in Commissione Giustizia del Senato, invece, vorrebbe alzare il minimo a 5 e il massimo a 12. Sarebbe inutile. I cinque anni, con rito abbreviato e attenuanti, non manderebbero comunque nessuno in carcere», ha concluso.

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