House of Cards e la scena “dello sputo a Gesù” che fa discutere il web

Continua la polemica per la famosa scena di House of Cards in cui Kevin Spacey – che interpreta il presidente degli Stati Uniti Frank Underwood nella seria – sputa su un crocifisso di una chiesa. La scena è andata in onda in Italia lo scorso 11 marzo, ma quei pochi secondi non smettono di fare discutere: tanto più che, dopo lo sputo diretto al volto della statua che rappresenta Gesù Cristo, Underwood allunga una mano per pulirla con il fazzoletto, facendo cadere il crocifisso che si infrange in mille pezzi sul pavimento della chiesa.

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UNA NUOVA “PROVOCAZIONE” –

House of Cards – Gli intrighi del potere, è una serie tv di produzione statunitense che racconta l’ascesa al potere di Frank Underwood, che tra strategie non soltanto politiche e sete di vendetta diventa il nuovo presidente degli Stati Uniti. La serie, basata sul romanzo di Michael Dobbs e trasposta per la televisione da Beau Willimon, non è nuova alle “provocazioni”: nel primo episodio della terza stagione, andato in onda il 4 marzo, Underwood urina sulla tomba del padre, come sommo gesto di disprezzo:

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Due scene, quella della tomba del padre e lo sputo sul crocifisso, che non sono passate inosservate al pubblico di House of Cards, ma che sono state considerate perfettamente “in linea” con il cinismo e la spregiudicatezza del personaggio di Frank Underwood:

 

 

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«COSA SAREBBE SUCCESSO CON I SIMBOLI ISLAMICI?» –

La discussione sull’ormai ribattezzata “scena dello sputo a Gesù” ha ripreso vigore dopo l’editoriale che Pierluigi Battista ha pubblicato ieri sul Corriere della Sera: lì Battista sottolinea come la scena – «che ora andrebbe molto di moda liquidare come ‘blasfema’», scrive – sia stata comunque messa in onda senza censure:

Solo che nessuno impedisce ad «House of Cards» di essere trasmessa e seguita da milioni di persone. Nessuno rischierà la vita. Nessuna censura si è abbattuta sulla famosa serie televisiva. Qualcuno protesta e dice che non vedrà mai più una puntata di «House of Cards». Così si manifesta il dissenso in una democrazia tollerante: si protesta e si usa il telecomando per andare altrove. Ora, è inopportuno, provocatorio, spregevole, domandarsi: se una scena del genere avesse avuto come vittima non un crocefisso ma qualcosa che riguardava, per dire, Maometto, ci sarebbe stata una reazione così tollerante? Qualcuno, dalle parti di «House of Cards», potrebbe cominciare ad avere paura? Bisognerebbe rispondere con sincerità.

«I RACCONTI NON SONO FATTI PER PIACERCI» –

E nella questione è intervenuto anche il direttore di Rai1 Giancarlo Leone (nonostante House Of Cards vada in onda sul canale satellitare Sky Atlantic NdR), che a sua volta ha ribadito come la televisione non debba essere «l’antibiotico del mondo»:

Io non credo che la televisione debba essere l’antibiotico del mondo, ma credo debba essere in grado di raccontarlo in tutte le sue sfaccettature, anche negli aspetti più controversi e anche quando questi non ci soddisfano o, addirittura, possono crearci un impatto negativo. I racconti non sono fatti per piacerci o meno, ma per essere raccontati.

(Photocredit copertina: Sky Atlantic/House of Cards)

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