Pd Roma, tensione all’assemblea: Matteo Orfini contestato

Pd Roma, doveva essere un’assemblea ad alta tensione, e lo è stata, anche se inizialmente non sembrava: le contestazioni a scena aperta arrivate alla fine dell’assemblea nei riguardi del commissario Matteo Orfini sono il segno evidente che la temperatura nel Partito Democratico della città, dilaniato dalle inchieste di Mafia Capitale, è molto alta. Ma andiamo con ordine.

PD ROMA, ASSEMBLEA AD ALTA TENSIONE 

Il Pd Roma si riunisce a via Palermo, in un teatro proprio sottostante il vecchio Botteghino, la ex sede dei Democratici di Sinistra. E Matteo Orfini, erede di primo piano della tradizione proprio della Quercia, prende il microfono e lo usa, più o meno, come un martello, tanto dure sono le parole che pronuncia. “Il Partito Democratico deve essere Antimafia capitale“; e se è vero che bisogna ricordare che “Massimo Carminati era prima di tutto un fascista” e che la sua rete criminale si è diffusa “durante la giunta Alemanno”, è doveroso secondo il commissario ammettere: “Gli unici che hanno iniziato un processo di rinnovamento siamo noi. Ma se ci guardiamo, sinceramente dobbiamo dire che il Pd in questo momento non è all’altezza della sfida“.

pd-roma-assemblea-orfini-00008

Da settimane, se non da mesi, chi lo conosce meglio racconta che Orfini sia sorpreso in negativo dalla situazione che ha trovato: un milione e mezzo di euro di debiti, circoli fantasma, tessere fasulle, partito balcanizzato in correnti. L’operazione che Orfini sta tentando è profonda e, per sua ammissione, non indolore; il Presidente del Pd non fa mistero di voler utilizzare tutti gli strumenti che il commissariamento gli mette a disposizione.

Non dipende da me quanto dura il commissariamento. Dipende dalla disponibilità a cambiare pagina da parte del Pd romano. Io non sono venuto qui perché così giochiamo tre mesi e poi c’è il congresso. Dobbiamo evitare di essere un pezzo del problema, quale finora siamo stati. Fra di noi, fra i militanti, c’è molto orgoglio: ma bisogna dire serenamente che il migliore dei nostri circoli fa molto meno di quanto sia sufficiente.

Già, i circoli, gli iscritti: “In questa città prendiamo centinaia di migliaia di voti e abbiamo 9mila iscritti, che è niente, niente“, dice Orfini: “Questo significa che siamo respingenti verso chi ci vota. Peraltro le nostre telefonate dimostrano che uno su cinque di questi iscritti è fasullo, una realtà intollerabile“.

LEGGI ANCHE: Affittopoli, “il Pd è moroso”

PD ROMA, TESSERAMENTO CENTRALIZZATO

 

Nella parole di Orfini l’annuncio dell’arrivo dei tempi duri per i signori delle tessere

Attiveremo nuove procedure di controllo del tesseramento, ci saranno 15 garanti, uno per municipio, e il tesseramento sarà centralizzato a livello municipale; non solo, aumenteremo la quota tessera. Dal 27 marzo al 6 aprile partirà la festa del tesseramento 2015, in un weekend di aprile monteremo in tutta la città 100 gazebo dove si faranno le tessere alla luce del sole. Chiuderemo i circoli inesistenti e quelli aziendali non potranno più emettere tessere. 

L’intervento del Commissario tira la volata a quello del Sindaco Ignazio Marino, che dopo aver rivendicato la sua azione amministrativa (con la decisione del Tar che gli ha sostanzialmente dato ragione, per il momento, sulla questione della trascrizione dei matrimoni, anche omosessuali, celebrati all’estero) si dice completamente d’accordo con Orfini, tranne per un punto: “Matteo ha detto che dobbiamo pensare al 2018. Ma questa città è la mia sfida, io qui rimango fino al 2023. Mi ricandido”, dice il sindaco. “Gli applausi della sala dimostrano che la maggioranza è con me per altri otto anni“, ci dice l’inquilino del Campidoglio, a margine del suo intervento, andando via. Ma fra i molti applausi, non tutti sembrano convintissimi.

pd-roma-assemblea-orfini-00001
Il sindaco Ignazio Marino segue i lavori dell’Assemblea del Pd dalla balconata

“LA MACCHINA E’ FERMA”

Tuttavia, ora i problemi sono altri, e riguardano l’amministrazione quotidiana della città. “Rischiamo di bruciare questa consiliatura, rischiamo di perdere le elezioni e di rovinare una classe dirigente“: la tocca pianissimo Sabrina Alfonsi, presidentessa del Municipio Roma Centro Storico: “Non invidio chi amministrerà il municipio dopo di me“, aggiunge. Sotto la consegna del silenzio, dallo staff di un assessore ci spiegano il senso di queste parole: “Quello che hanno scritto i giornali è parzialmente vero, ma comunque drammatico. I dirigenti del Campidoglio e dei municipi non firmano più l’ok per le assegnazioni provvisorie per i lavori: per tutto, anche per lavori sotto soglia, dopo Mafia Capitale, pretendono che si faccia la gara. Nessuno vuole più prendersi responsabilità, e questo per la città è deleterio, tutto è rallentato“. Un assessore conferma: “La macchina si sta fermando”, e un presidente di municipio sottoscrive: “Bisogna ritornare a regime, ci vorrà un po'”. 

LEGGI ANCHE: “Ignazio Marino e il Pd sono la stessa cosa”

PD ROMA, LE CONTESTAZIONI AD ORFINI

Ma è sul versante politico che la discussione infuria. Nell’aula, prima silenziosa, poi evidente, serpeggia l’opposizione ad alcune prese di posizione di Orfini. Ce le sintetizza un dirigente territoriale del Pd. “Primo, il Partito Democratico Romano non è Mafia Capitale, dire che siamo parte del problema è un insulto per chi è una vita che fa politica onestamente. Secondo, Orfini non può venire qui a dirci cosa dobbiamo fare, i poteri del commissario sono stabiliti dallo statuto: per imporre il tesseramento accentrato dovrebbe almeno confrontarsi con l’assemblea”. Nella replica, il commissario non mostra nemmeno l’intenzione di lasciare sul tavolo il martello.

Direi che qui dentro dobbiamo bandire l’ipocrisia. Io faccio il commissario, non il segretario della Federazione romana, e questo perché non era più sufficiente una gestione ordinaria. E’ una cosa sgradevole prima di tutto per me ma non ho alcuna intenzione di far finta di fare il segretario né di trattare con questa assemblea il cambiamento delle regole, anche perché questa assemblea è espressione di ciò che c’era prima, del partito che costruiva un milione e 300mila euro di debiti e non faceva pagare la quota agli eletti.

Decolla la contestazione, qualcuno fa salire i toni, si alzano in piedi i delegati e si alzano le voci: “Che le tessere false ci sono solo a Roma? Noi non siamo dei criminali”. Orfini conclude il suo intervento e, a margine, dallo staff ci spiegano che il commissario non cederà di un millimetro: “Primo, se qualcuno ha qualcosa da ridire, può rivolgersi alla commissione di garanzia nazionale e romana“, come dire: “denunciate” pure Orfini se ritenete, poi si vede; “secondo, ci sembra comprensibile che quelli che facevano le tessere false si siano alterati perché controlleremo il tesseramento. Ma ce ne faremo velocemente una ragione”. Per il Pd Roma si annunciano, insomma, due o tre mesi piuttosto movimentati. 

Share this article