Risolto il mistero dei fuochi “senza motivo” di Caronia

Per anni i misteriosi «fuochi di Caronia» hanno destato l’interesse che spetta agli avvenimenti misteriosi, ma la causa dei numerosi incendi secondo i carabinieri non era affatto misteriosa, ma risaliva al lavoro di due uomini, padre e figlio.

LA CHIUSURA DELLE INDAGINI – I carabinieri di Caronia, nel messinese, hanno arrestato Giuseppe Pezzino, 26 anni, e suo padre, Nino Pezzino, presidente dell’associazione dei cittadini vittime dei fuochi. I fuochi di Caronia hanno destato l’interesse nazionale perché si raccontava che in una palazzina del paese andassero incredibilmente a fuoco oggetti, mobili ed elettrodomestici.

L’ARRESTO E GLI AVVISI DI GARANZIA – Con la conclusione dell’inchiesta che già nei mesi scorsi aveva visto l’iscrizione del registro degli indagati del figlio del presidente dell’associazione dei cittadini vittime dei fuochi, i carabinieri del comando provinciale di Messina hanno arrestato il più giovane, accusato della seconda e più recente ondata di roghi, a distanza di 10 anni dalla prima, al quale il gip ha poi concesso gli arresti domiciliari. A inchiodarlo ci sarebbero anche delle riprese video.

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NIENTE MISTERI, INUTILI I DELIRI – Ad appiccare i fuochi sarebbe stato il ragazzo con la complicità del padre, che era diventato il presidente del comitato locale di residenti che chiedeva aiuti economici alle istituzioni per i cittadini colpiti dalla calamità, le cause delle quali non erano state individuate nonostante numerosi sopralluoghi da parte di studiosi e rilevamenti scientifici. Circostanze che hanno sciolto il guinzaglio a ogni genere di complottismo e alle ipotesi più deliranti. I roghi avevano provocato nei residenti una situazione di disagio e alcuni sono stati costretti anche a lasciare le loro abitazioni, ma secondo i carabinieri non c’era nulla di misterioso, solo l’azione truffaldina di padre e figlio.

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