Roberto Saviano ha sbagliato, ma tanto odio nei suoi confronti è assurdo

Vincenzo De Luca ha vinto le primarie del Partito Democratico per scegliere il candidato presidente alle prossime elezioni regionali campane. Ma lo sconfitto di queste primarie, leggendo i social network e non solo, sembra Roberto Saviano.

Il popolare scrittore, che vive sotto scorta da quando ha scritto il libro Gomorra, qualche giorno fa, aveva invitato gli elettori campani a disertare le urne delle primarie. L’alta affluenza a queste primarie, circa 160mila persone si sono recate ai gazebo, lo ha in qualche modo sconfessato. I suoi concittadini, insomma, non gli hanno dato retta.

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Roberto Saviano in quel video – pubblicato su Facebook – invitava a disertare le urne perché – a suo avviso – le primarie, finché non saranno regolate per legge, non sono altro che una sfida tra capibastone, una serie di patti tra uomini forti sul territorio, che si spartiscono, già alle primarie, i futuri assessorati in base a vari accordi.

È evidente che c’è del vero in quel che dice Saviano. Non ci stupiremmo se i candidati alle primarie avessero fatto accordi con singoli esponenti del PD promettendo un assessorato, una nomina, un riconoscimento, in cambio dell’appoggio ai gazebo. Ma non ci stupiremmo anche perché non sarebbe una novità nella politica italiana. E non è certo una novità portata dalle primarie.

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Se l’alternativa alle primarie deve essere la scelta di un candidato da parte dei soliti noti che, chiusi in una stanza, selezionano un loro fedelissimo, passando sopra le istanze del territorio, preferiamo lo strumento delle primarie.

Ma Saviano sbaglia soprattutto nel chiedere di disertare le urne. Prima di tutto perché il suo è un messaggio demagogico, che da lui non ci aspetteremmo. Ma soprattutto sbaglia perché l’unico modo per far saltare gli accordi tra apparati o le spartizione di potere è quello di invaderle le primarie, non di rimanersene a casa. Più cittadini si recano ai gazebo, più è probabile che gli accordicchi di corrente vengano travolti. Più i numeri sono alti, più i numeri di “apparato” o di “corrente” vengono diluiti.

È qui che sbaglia Saviano. Più li si lascia soli, più loro saranno contenti. Più potranno decidere le cose intorno ad un tavolino, più il loro potere crescerà.

Le primarie, caro Roberto, vanno invase, partecipate, tramutate in una grande possibilità di partecipazione democratica. Alle primarie va restituito il loro valore di purificazione della politica. E per farlo, serve la partecipazione. Bisogna costruire, non distruggere. E speriamo che Roberto Saviano faccia parte di coloro che in Italia vogliono contribuire a costruire un paese diverso.

Però, anche se Saviano ha sbagliato, cosa che può accadere a tutti, quello che proprio si fatica a capire è l‘odio che gli è stato riversato da molti sui social network. Roberto Saviano è uno dei simboli migliori di questo paese. È il miglior simbolo di cui dispone la mia generazione. E tanto odio riversato su di lui non è né comprensibile né giustificabile.

Roberto Saviano non va lasciato solo, mai. Nella mia adolescenza ho visto la mafia uccidere chi veniva lasciato solo dallo Stato e dalla nostra opinione pubblica. È uno scrittore il cui successo – evidentemente – ha generato qualche invidia. Ma soprattutto, quello che proprio non gli si riesce a perdonare è l’essersi staccato dalla nostra, mi ci metto dentro anche io, indifferenza. Dalla nostra capacità di accettare quasi tutto. Dalla nostra incapacità di reagire davanti alla situazione data.

Saviano, che lo ribadisco, vive sotto scorta da qualche anno ormai, ha letteralmente immolato la sua vita con le sue denunce. È oggetto di minacce. Ha dovuto abbandonare la sua terra. Eppure, questo, piuttosto che la nostra ammirazione, gli è valso l’odio di molti, specialmente di una parte dei suoi conterranei. Sostanzialmente non gli si perdona il coraggio, l’averci fatto sentire peggiori, con la forza dei sui scritti.

Facile pontificare sul divano con un pc sulle ginocchia scrivendo che Saviano «fa vittimismo» o che «Saviano ha rotto» o, come ieri sera. «Saviano prenditela in quel posto».

Tutto ti sarà perdonato in Italia. La tua mediocrità, la tua pigrizia, la tua ignavia. Ma il tuo coraggio, che magari mette in risalto la mia indolenza, la mia codardia,  la mia ignavia, quella proprio no. Gli italiani non te la perdonano. Preferiscono affezionarsi a qualche disagiato che partecipa al Grande Fratello, ascoltando il quale è piuttosto facile sentirsi migliori.

 

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