Isis, è pronto l’attacco a Mosul

Isis, è pronto l’attacco delle forze della coalizione occidentale contro la roccaforte del Califfo Abu Bakr-Al Baghdadi, Mosul, nel nord dell’Iraq; una città simbolica, “la maggiore città dello Stato Islamico in Iraq”, scrive la Stampa, e “fu la sua cattura, nel giugno 2014”, a porre le basi per la creazione del Califfato. Secondo Maurizio Molinari nella “War Room” della coalizione che si organizza a Tampa, in Florida, i dettagli sono in via di definizione.

abu bakr al-baghdadi, leader dell'Isis

 

ISIS, PRONTO L’ATTACCO A MOSUL

L’idea è quella di prendere le truppe della Jihad fra i due bracci della tenaglia.

I guerriglieri curdi-siriani di «Ypg», dopo aver preso Kobane, avanzano nel Nord-Est della Siria verso il confine iracheno. I curdi-iracheni avanzano intorno a Kirkuk per impegnare forti contingenti di Isis. E le truppe governative irachene fanno progressi dentro Al Baghdadi. Basta guardare la cartina per accorgersi che è una pressione a tenaglia, curda e irachena, puntando a eliminare miliziani e armamenti del Califfo.

Secondo il Guardian sarebbero 12 le brigate irachene coinvolte nell’operazione, ovvero fra le 20mila e le 25mila truppe, spalleggiate da “altre tre brigate” come forze di riserva e tre forze dei Peshmerga a “contenere lo Stato Islamico” dal nord e dall’ovest, per non parlare di “una forza di combattimento di Mosul, composta principalmente da effettivi tribali e di ex-poliziotti, che dovranno tenersi pronti a rientrare in città quando le unità armate si sbarazzeranno dei combattenti dello Stato Islamico”.

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ISIS, MOSUL DIFESA DA SCUDI  UMANI

Scrive ancora Maurizio Molinari che gli addestratori stanno completando l’addestramento delle milizie.

L’addestramento degli iracheni è in fase avanzata e il Pentagono sta facendo arrivare armi per quasi 20 milioni di dollari: 10 mila mitra M16, 10 mila puntatori a luci rosse, 100 mila caricatori, migliaia di elmetti Kevlar e giubbotti antiproiettili, 250 blindati capaci di resistere alle mine e oltre 2000 missili Hellfire oltre ad altri imprecisati «equipaggiamenti»

La Francia ha schierato la portaerei Charles de Gaulle nel Golfo, le basi americane in Giordania sono pronte così come quelle in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi.

Una valutazione prudente, di fonti Usa, parla di «almeno 2000 raid» necessari per piegare Isis a Mosul, tentando di ripetere quanto avvenuto a Kobane. In Giordania vi sono anche le basi delle unità di soccorso per recuperare piloti caduti e delle truppe speciali

L’operazione sarà tutt’altro che facile. La roccaforte del Califfato in Iraq è militarizzata, “le testimonianze parlano di punizioni per le famiglie che non danno soldati ad Isis, arruolamenti forzati, costruzioni di tunnel, falò di libri di infedeli e caccia alle “spie” fermando a caso le auto nel traffico. “Il Califfo Abu Bakr al Baghdadi si prepara a difendere Mosul trasformandola in un bunker difeso da una muraglia di scudi umani”, scrive ancora la Stampa.

 

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