«La giuria di Venezia ha snobbato Birdman». E la polemica finisce sulla stampa estera

Snobbato dalla giuria dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia e, meno di sei mesi più tardi, trionfatore all’Oscar tra le acclamazioni della critica. All’indomani della Notte degli Oscar impazza la polemica su Birdman, il film del regista messicano Alejandro González Iñárritu vincitore di quattro statuette comprese quelle per il Miglior Film e la Miglior Regia.

La locandina di Birdman - via IMDb.com
La locandina di Birdman – via IMDb.com

VENEZIA HA SNOBBATO BIRDMAN? –

Come sono andate le cose all’ultima kermesse del Lido ce lo ricordiamo tutti: il Leone d’Oro andò a Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza dello svedese Roy Andersson mentre Birdman – che pure era stato il film di apertura del festival – aveva ricevuto “soltanto” quattro premi premi collaterali, compreso quello per la miglior colonna sonora. Già subito dopo il trionfo di Birdman agli Oscar, la stampa italiana aveva guardato con rammarico alla decisione della giuria di Venezia (peraltro presieduta da Alexander Desplat, che l’altra notte si è portato a casa la statuetta per la colonna sonora di Grand Budapest Hotel), di non premiare il film di Iñárritu, ma oggi quella polemica sconfina sulla stampa estera: è il britannico Guardian a citare sia Fulvia Caprara (che lunedì su La Stampa parlava di «occasione perduta») che Marco Giusti di Dagospia, che per la giuria di Venezia aveva riservato l’aggettivo “trinariciuto”, osservando come i giurati si fossero «sciolti per il piccione svedese che nessuno va a vedere» crogiolandosi nelle proprie velleità di «intellettuali cinéphile all’europea».

Guarda il trailer di Birdman:

 

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PRESTIGIO O NOIA? –

Il presidente della Biennale Paolo Baratta aveva preso nota delle critiche e aveva risposto sottolineando come film come Birdman in concorso al Lido fossero la prova del prestigio della kermesse cinematografica nostrana. Una risposta che, appunto, è finita anche sulle pagine del Guardian:

Se la più qualificata e dinamica industria cinematografica del mondo affida a Venezia il lancio in prima mondiale di film proiettati verso gli Oscar, a me pare un segno importante del prestigio internazionale di cui gode attualmente la Mostra.

Ma è proprio il quotidiano britannico a far notare il paradosso: perché la stessa gloria che è toccata a film come Birdman o Gravity non si estende anche ai film che il concorso lo vincono?

Birdman era il film di apertura a Venezia, nel 2013 quel posto era toccato a Gravity che poi andò a vincere sette Oscar, compreso quello ad Alfonso Cuarón per la Miglior Regia. Ma mentre l’essere film di apertura diventa sempre più ambito, la vittoria del Leone d’Oro non sembra essere sinonimo di successo per un film, come il recente Faust del russo Alexander Sokurov o il documentario Sacro GRA.

(Photocredit copertina: GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)

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