La bufala della Germania che torna al marco

“La Germania sta riprendendo a stampare la sua moneta!”: ci credono tutti, ma conferme non ce ne sono

(grazie a Mazzetta per la segnalazione)

Una bufala si aggira per l’Europa: è arrivata in Italia qualche giorno fa, sulle pagine di Repubblica riportata come voce: “La Germania”, non credendo più minimamente nella sopravvivenza dell’Euro, “sta ricominciando in gran segreto a stampare marchi”, biglietti che Angela Merkel avrebbe commissionato a dei tipografi svizzeri particolarmente ferrati e discreti. Dicevamo, il 26 novembre è il quotidiano di Ezio Mauro a dare alle stampe la notizia. “Secondo alcuni rumors”, scrive Repubblica, “la Germania starebbe stampando il nuovo marco con l´effige della porta di Brandeburgo in tagli da 5, 10 e 100 presso due aziende svizzere. Una nei pressi di Losanna (la multinazionale Sicpa), leader negli inchiostri per banconote. L´altra vicino a Zurigo”.

NOTIZIA O BUFALA? – Una notizia bomba, la Germania che esce dall’Eurozona e tanti saluti a tutti. Peccato che non sia vero, nel senso di “non verificato” e dunque non propagandabile come notizia: Repubblica, insieme ad Affaritaliani e Libero (che rivendicano la primogenitura della notizia), hanno annunciato in Italia la morte dell’Euro.

Il piano B sarebbe quello dell’immediato ritorno al marco tanto che Berlino si sarebbe in gran segreto portata avanti, tornando a stampare la vecchia moneta con l’aquila teutonica in Ticino, in due tipografie, una delle quali già stampa anche rubli russi e dong vietnamiti. La scelta della Svizzera sarebbe dettata dal fatto che, stando ai trattati istitutivi dell’Unione Monetaria (Uem), i Paesi che aderiscono all’euro non possono tornare a battere il vecchio conio

Oppure, ancora su Libero.

Angela Merkel fa la furba. Mentre davanti all’Europa fa la dura e continua a minacciare sanzioni verso i Paesi più deboli per salvare la moneta unica, zitta zitta sta cercando una via di fuga per la Germania. Si fanno sempre più insistenti, infatti, le voci relative al fatto che avrebbe cercato aiuto in Svizzera per stampare la vecchia moneta teutonica, il marco. La scelta di ricorrere a due tipografie elvetiche è dettata dai trattati istitutivi dell’Unione Monetaria: i Paesi che aderiscono all’euro non possono tornare a battere il vecchio conio.

In un giro di conferme incrociate gli Europarlamentari della Lega rivolgono in Parlamento Europeo delle interrogazioni ufficiali. Mario Borghezio, citando sue fonti, conferma. “So che un ente collegato al ministero della Difesa tedesco, in ordinea a un piano B sul probabile crollo dell’euro, sta predispondendo la stampigliatura con inchiostro indelebile sulla nuova produzione della moneta unica con la scritta euro-tedesco. In realtà si tratta di un ritorno al vecchio marco. L’euro tedesco sarebbe l’unico accettato in Germania e servirebbe a garantire la genuinità tedesca”, dichiarava l’esponente leghista su Libero.

DEUTSCHEMARK – Per rintracciare l’origine della notizia dobbiamo tornare a Settembre, sul blog di Pippa Malgren, analista di mercati e finanza, fondatrice di Principalis Asset Management, conferenziera, ospite tv, consulente di fondi sovrani ed investimenti. Nel suo rapporto del 13 settembre sul sito ufficiale (dunque, notizia vecchia di due mesi), la Malmgren scriveva: “I tedeschi annunciano di stare per reintrodurre il marco. Hanno già ordinato le monete e detto agli stampatori di sbrigarsi”: nemmeno la Malmgren cita le sue fonti, appoggiandosi per le sue deduzioni ad un’intervista data allo Spiegel dal ministro delle Finanze tedesco che parlava di “riforma monetaria” e dal confessato intento del governo svizzero di “proteggere il franco”, proprio perché saprebbero che la Germania sta stampando il Marco in territorio elvetico (il che, se fosse vero, causerebbe un’immediata fuga verso la loro valuta). In realtà, il franco svizzero è valuta rifugio quasi alla pari dell’oro da sempre, marco o non marco. Insomma, da queste poche fonti la Malmgren valutava imminente il ritorno del marco, e tutti si sono accodati: nonostante un successivo articolo del Financial Times che spiegava come “la Germania non avesse alcuna intenzione di uscire dall’Eurozona”.

La Germania rappresenta poco più dell’1% della popolazione mondiale – e il 9% delle esportazioni. Una moneta comune lega la forza della Germania alla debolezza dell’Eurozona, ed è significativamente meno forte della moneta tedesca: il che sostiene l’export tedesco, rendendolo più affidabile a livello internazionale

Solo uno dei motivi che Ian Bremmer porta a giustificazione della mancanza assoluta di volontà per la Germania di lasciare l’Euro. La Malmgren, sul suo blog, commentava in dissenso.

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