Fabio Ferrari: “Io, lazialissimo, icona del tifo giallorosso: si vede che sono un bravo attore!”

17/02/2015 di Stefano Discreti

Lo conoscono in tanti come Chicco, il ragazzo della III C. Ma lui è anche Ettore Scola, i Vanzina, Pupi Avati. Parliamo di Fabio Vitta Ferrari, un attore eclettico, protagonista di una serie tv cult ormai d’epoca ma anche capace di lavorare per grandi cineasti. E che con Stefano Discreti, per Giornalettismo, si apre. Con qualche sorpresa.

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Partiamo dall’inizio. A che età e perché ha deciso di fare l’attore?

A dodici anni, dopo aver visto “Il Laureato”

Nella sua carriera quanto è stato importante per lei esser figlio d’arte e quanto
invece l’ha danneggiata l’etichetta di potenziale raccomandato come “figlio di papà”?
Guarda credo in questo di essere un caso abbastanza isolato, sono diventato
popolare grazie a “I ragazzi della terza C” e nessuno sapeva chi fosse mio padre.
Ma magari mi è pesata un pò questa etichetta…

Da papà, quali consigli si sente di dare ai genitori? In società, così frenetica e senza i valori di un tempo è più difficile esserlo?
Ma i valori ci sono e son sempre quelli, solo che per comodità, quieto vivere, mancanza di tempo, si lascia correre su tante cose. Io ai genitori mi sento solo di dire: stateci con i figli , perché il tempo passato con loro è ben speso e non ritorna più, in un attimo son grandi. Tante volte ho sentito genitori dire: “è importante la qualità e non la quantità del tempo che passi con tuo figlio”. Non è vero. È importante la quantità, un figlio piccolo ha bisogno di una presenza quotidiana, magari pochi minuti ma tutti i giorni. La qualità la apprezziamo da adulti.

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Esagero se la indico come uno dei volti televisivi e cinematografici che più hanno contrassegnato gli anni ’80 in Italia?
Cinematografici direi che esageri, mi sarebbe piaciuto e ancora mi piacerebbe fare più cinema. Televisivamente parlando invece senz’altro credo di essere stato un volto molto noto.

Al di là dello spettacolo, un’altra sua passione dichiarata è quella per il calcio.
Da bambino sognava più di fare l’attore o il calciatore?
Non ho questa grande passione per il calcio. Io ho una grande passione per la
Lazio (e pensare che Chicco, il suo personaggio cult, era l’icona della fede giallorossa -ndr). E purtroppo sul campo non ero ‘sto campione.

Calcio e spettacolo. Due mondi molto vicini, ma le pellicole sul
football al cinema non hanno quasi mai funzionato, salvo qualche rara eccezione. Si è fatto un’ idea in merito?
È uno sport di squadra e il cinema racconta storie di persone. Infatti se ci
pensi, solo uno sport ha ispirato tanti registi: la boxe.

E’ pero rimasta mitica la sfida tra juventini e romanisti svoltasi nella splendida cornice della Death Valley nel film “Vacanze in America”, partita simpaticamente arbitrata da un sacerdote burino di fede laziale (Don Buro alias Cristian De Sica). Quanto è rimasto ai giorni nostri della storica e sana rivalità anni 80’ tra Juve e Roma e quanto la Lazio viene ancora oggi considerata “imparziale” in questa sfida?

Questa rivalità tra Roma e Juve è più nella testa dei romanisti che nella realtà. Si può essere rivali tra forze contrapposte di pari valore. Ma come fai ad essere rivale di una squadra che ha vinto 30 scudetti se tu ne hai vinti 3? Per quello che riguarda l’imparzialità non è certo per me. Io la Juve l’ho sempre seguita, perché quando ero ragazzino, seguire una squadra italiana in Europa, voleva dire seguire la Juve e poi mi piaceva vedere i grandi giocatori. Ieri erano Zoff, Cabrini, Platini, Zidane, Del Piero, oggi Pogba e Tevez.

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Non ci giriamo intorno. Nel film sopracitato, lei, appassionato e grande tifoso laziale, recita nelle vesti di uno sfegatato romanista, così come nel telefilm I ragazzi della III C. Per un tifoso vero quanto è difficile rappresentare l’altra squadra della Capitale?
Per un attore la cosa più divertente è interpretare personaggi lontani da sé. Quindi nessuna difficoltà, anzi. Per Pupi Avati ho fatto il maniaco, per Carlo Vanzina il romanista.

Un altro momento tramandato di generazioni della pellicola è la scena dell’outing dell’ex compagno di scuola (nel film) di Jerry Cala, un tempo detto lo “schiantatope”. Quanto è cambiata la nostra società in questi 30 anni rispetto alla possibilità di fare coming out? E’ ancora pericoloso rendere pubbliche le proprie preferenze sessuali, soprattutto per i Vip?
È cambiata molto anche se ancora c’è da lavorare. Nelle grandi città, come Roma e Milano, i gay si muovono e vivono la loro condizione con maggiore libertà e la tolleranza esiste, ma se andiamo nella provincia, nei piccoli centri, al sud, lì la situazione è ancora difficile per gli omosessuali.

Quando e perché è diventato laziale?
Quando:da ragazzino. Perchè: perchè sono romano e a Roma c’è solo la Lazio.

Nella sua lunga carriera da tifoso, qual è stata la più grande gioia e quale invece
la più grande delusione?
La più grande gioia, Chinaglia sotto la sud col dito alzato. La più grande delusione lo scudetto della Roma subito dopo il nostro, non si fa.

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Delusione magari, come quella provata dai tifosi romanisti nella finale di Coppa dei Campioni del 1984 persa ai rigori.
Nel corso di una puntata de “I ragazzi della III C” epica serie televisiva anni 80’ di cui era assoluto protagonista (e sempre nelle parti di un romanista…), durante un quiz televisivo a premi il suo personaggio “Chicco” si rifiuta di rispondere ad una domanda proprio sulla drammatica sconfitta giallorossa contro il Liverpool, rinunciando anche ad una corposa vincita al denaro.
Lei, nella vita reale, per tifo ne sarebbe stato veramente capace?
Rinunciare a 100.000€ per la Lazio? Ma de che…

Quanto le è piaciuto ricordare televisivamente una serata invece assai “piacevole” per il tifoso della Lazio, a mò di sfottò contro i suoi amici romanisti?
Guarda all’epoca della finale Roma – Liverpool il mio antiromanismo era, per
dirla alla Leopardi, “non desto ancora ovver benigno” , invece quando ho girato la scena ero già sveglio e cattivo e quindi sì, un pò di sadico piacere l’ho provato.

Qual è l’altra faccia della popolarità?
Credo che chi fa questo mestiere metta nel conto di diventare popolare, l’altra faccia è che magari in certi momenti , non sei dell’umore giusto per fare una foto al ristorante o per la strada mentre te ne vai per i fatti tuoi. Ma lo devi fare lo stesso. Sei un privilegiato e un sorriso ad un tuo fan lo devi. Anche quando non ti va.

Quanto tempo in media passa sui social network e che rapporto ha con loro?
Utilizzo solo facebook e lì mi fermo. Ci vado, non tutti i giorni ma lo frequento abbastanza.

Com’è il suo rapporto con la fede?
Sono cattolico e praticante.

Se le chiedo “alla Marzullo” di farsi una domanda e darsi una risposta, cosa le
viene in mente?
Mi piace Matteo Renzi? Sì, mi piace.

C’è qualcosa nella sua vita che ha fatto e che se potesse non rifarebbe o tutte le esperienze servono per crescere?
No, ci sono alcune cosucce che francamente non rifarei.

Quali sono gli attuali progetti di Fabio Ferrari e dove lo potremo rivedere recitare presto?
Ho un film in progettazione ma per scaramanzia non dico nulla e una regia teatrale
nella prossima stagione.

Domanda finale. Chi vincerà lo scudetto?
La Roma ovviamente.

Quindi vi toccherà fare a meno di Lotito?
Io francamente non ho ancora capito perchè tutti ce l’hanno con Lotito, hai visto ho fatto la rima, allora continuo… e dico che a me di male non ha fatto niente e non mi dispiace come presidente.

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