Festival di Sanremo 2015, le pagelle di Giornalettismo – prima puntata

Giordano Giusti e Boris Sollazzo danno i voti alla prima puntata del Festival di Sanremo del 2015. Perché questi inviati possono essere “Ferro” o possono essere piuma.

Festival di Sanremo 2015 - Prima serata

Coruzzi-Di Michele 10: Lui si mette in gioco, lei ha ancora una gran voce, nonostante la parrucca rubata a Milva. C’è troppo jazz e anima in Io sono una finestra per piacere a Sanremo e sono già in odore di eliminazione. Sono ruvidamente teneri.

Platinette ora è davvero morta.

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Tiziano Ferro 9: La rockstar fa il suo dovere, anzi di più: l’unico momento di Sanremo 2015 in cui il ritmo è alto e la qualità anche di più è il suo. Per voce e personalità straccia i concorrenti in gara: ecco perché i veri big non vengono, per altruismo. E Giancarlo Leone dovrebbe pensare a un colpo gobbo: fargli presentare l’edizione del 2016. Parlando pochi minuti ha surclassato Carlo Conti. Tiziano gli ha già gettato l’amo, proponendosi come valletto. Un… Incanto.

bacio romina power al bano

Romina 8: il medley fa a tutti l’effetto che per Roger Rabbit aveva “ammazza la vecchia col flit”. Provi a resistere, poi non ce la fai e canti. Ma il meglio, la Power, che ha ancora l’accento broccolino, lo dà con le occhiate ad Al Bano e alle sue pagliacciate, sguardi che solo un ex moglie può lanciare. #NoussommesRomina

Nek 7: Ok, gli arrangiamenti sono copiati dagli U2. Ok, la voce è sempre quella. Ok, è Nek. Però nel disastro di questa prima puntata sanremese la popstar che pensavamo di vedere con Carlo Conti, ormai, solo a I migliori anni, spicca. Diciamolo, poi: la vecchiaia gli dona. Sembra un trentenne appena uscito dall’ibernazione e così finisce per somigliare a Terence Hill che ha messo le dita nella presa.

I tre fiori 6: Così Carlo Conti ha chiamato per tutta la puntata Emma Marrone, Rosalba Pippa detta Arisa, Rocio Munoz Moralez. Noi diamo loro la sufficienza, ma da dividere per tre. Uno ad Arisa, due a Emma, tre a Rocio, che sembra leggermente più spigliata. La prima non sa leggere il gobbo, la seconda ha tempi televisivi biblici, la terza vorrebbe tanto essere la Incontrada, provare a fare la Belen, ma poi la costringono a declamare improbabili proverbi iberici. Salvatele.

L’imitatore 5: No, non parliamo degli impostori saliti al posto di Britti e Grignani sul palco. Eh sì, non possono essere quelli veri, visto come hanno cantato male. Parliamo del sosia di Manlio Dovì (ricordate il Bagaglino: i politici li faceva quasi tutti lui) che avrà pure una bella voce, ma una comicità che fa rivalutare quella del conduttore. Sforare per assistere alla sua performance è una tortura ingiusta. A Guantanamo hanno preso appunti.

Festival di Sanremo 2015 - Prima serata

Famiglia Anania 4: Paolo Brosio, Dj Aniceto, Mario Adinolfi e il cardinal Ruini messi insieme non avrebbero potuto fare di meglio. L’omaggio alle famiglie italiane si trasforma in una lode ridondante al Signore. Un’apologia del cammino neocatecumenale, uno spot pro vita che neanche il miglior Giuliano Ferrara. Un elogio del fondamentalismo cristiano di cui avremmo fatto volentieri a meno. Libera Chiesa in libero Sanremo.

Anteprima 3: Aridatece Pif. Mezz’ora ad ascoltare parole, strofe e pensieri in libertà dei concorrenti. C’è così poco ritmo che vien voglia di cercare su Internet una vecchia puntata del Consorzio Nettuno.

Regista, autori e Carlo Conti 2: due, come le idee che hanno avuto gli autori. Due, come le inquadrature che il regista ha “ciccato” solo durante il monologo di Siani, che prendeva in giro persone che non venivano mostrate in tv. Due è il voto da dare soprattutto a Carlo Conti: fuori tempo, in tutti i sensi, ha una conduzione antica, mediocre, senza guizzi. E scimmiotta, alla fine, pure i brutti monologhi con cui chiude I migliori anni.

Twitter 1: Blocca tutti. E senza motivo. Neanche fosse Gasparri. Stiamo indagando per voi.

Festival di Sanremo 2015 - Prima serata

Siani 0: L’inizio tra il pubblico sembra una buona idea ma è solo un’illusione. Il monologo sulla crisi economica è monotono, le battute sono trite e ritrite, le tanto annunciate e temute stilettate a Salvini sono tutt’altro che scandalizzanti. A completare il quadro c’è anche la presunta gaffe per la battuta a un bambino obeso, che si narra sia un suo piccolo attore. Scena pietosa, ancora peggio se studiata a tavolino.

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