Quantitative easing: Bce comprerà 60 miliardi di titoli al mese

La Bce ha adottato il Quantitative easing, l’alleggerimento quantitativo, nella riunione del Consiglio direttivo 22 gennaio 2015, la prima del nuovo anno. La Banca centrale europea  compererà 60 miliardi di titoli di Stato e di altri asset privati da marzo 2015 fino a settembre 2016.

QUANTITATIVE EASING – Mario Draghi ha annunciato un massiccio piano di acquisti di titoli di Stato da parte della Bce, da oltre mille miliardi di euro. La Banca centrale europea comprerà titoli di Stato, accanto a altri titoli privati a un ritmo di 60 miliardi di euro al mese. Il Quantatitive easing durerà 18 mesi, da marzo 2015 fino ad almeno settembre 2016. Come da aspettative, le banche nazionali effettueranno le operazioni di acquisto, e ci sarà solo una parziale condivisione del rischio. Il 20% degli acquisti, che riguarderà titoli delle istituzioni europee, sarà condiviso, mentre il resto dei titoli saranno a carico delle banche nazionali. Il bilancio della Bce si allargherà in modo significativo, passando dai 2 mila miliardi attuali a più di 3 mila.

La Bce ha fissato un tetto massimo del 33% per ogni emittente di titoli e del 25% per ogni singola emissioneI bond comprati nel Quantitative easing avranno una maturità tra i 2 e i 30 anni.  Mario Draghi ha rimarcato come il Quantitative easing non sia una monetizzazione del deficit, ma un incentivo all’erogazione di credito. A differenza delle Tltro o altre straordinarie aste di liquidità non ci saranno però limiti.

RIFORME STRUTTURALI – Mario Draghi ha rimarcato il significativo stimolo monetario adottato dalla Banca centrale europea. Il Quantiative easing è stato approvato per rilanciare le aspettative di inflazione, e facilitare l’erogazione di credito. Il presidente della Bce ha sottolineato però che per funzionare e stimolare la crescita economica il Quantitative easing avrà bisogno di riforme strutturali e consolidamento fiscale. Draghi ha evidenziato come la Bce sia stata unanime nel condividere che gli acquisti della Bce siano una misura di politica monetaria appropriata e legittima. C’è stato consenso, sulla condivisione del rischio limitata, mentre c’è stata una larga maggioranza sull’avvio immediato degli acquisti. Dalle parole di Draghi sembra di capire che il presidente della Bundesbank così come altri esponenti del Consiglio direttivo della Bce abbiano votato contro.

INFLAZIONE – Il Quantitative easing è un programma che serve per stimolare l’inflazione, molto bassa nell’area euro da ormai diverso tempo. Durante la conferenza stampa Mario Draghi ha ribadito a diversi giornalisti, sopratutto tedeschi, come il Quantitative easing serva per aumentare le aspettative di inflazione e non per finanziare il debito. Secondo le previsioni della Bce la crescita dei prezzi a cinque e dieci anni è al di sotto dell’1%, e di conseguenza per mantenerne la stabilità la Banca centrale europea debba agire. Per stimolare l’erogazione di credito e così facilitare la crescita dei prezzi la Bce, oltre al programma di Quantitative Easing, ha mantenuto i tassi di interesse a zero, praticamente. Il tasso di interesse di riferimento, ovvero quanto fa pagare la Bce alla banche a cui presta i soldi, è rimasto fermo allo 0,05. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali resta allo 0,30 per cento, mentre il tasso sui depositi che la Bce custodisce per conto delle banche resta negativo, al meno 0,20 per cento. Mario Draghi ha rimarcato come l’espansione monetaria perseguita dal Quantitative easing e dalle misure della Bce non abbia finora provocato una spinta inflattiva, come temuto da diversi osservatori. Le Borse hanno raggiunto con rialzi lievi alle decisioni della Bce, mentre l’euro è sceso leggermente rispetto al dollaro. In questo momento Piazza Affari cresce di poco più dell’1%, in linea con altri mercati dei capitali europei.

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