E il New York Times non pubblicò le vignette di Charlie Hebdo

In tutto il mondo i giornali più autorevoli hanno pubblicato la copertina del primo numero di Charlie Hebdo in vendita dopo la strage jihadista del 7 gennaio. Ma non sono mancate le eccezioni. Una dibattito al vetriolo ha riguardato in particolare i vertici del New York Times, il più influente quotidiano americano, che ha deciso sorprendentemente di non riprendere l’oramai nota vignetta (comparsa in prima pagina) di Maometto in lacrime con in mano un cartello ‘Je Suis Charlie‘. A quanto fatto sapere dal direttore Dean Baquet la scelta del Nyt è stata assunta «per non offendere i musulmani». Ma non è stata per nulla gradita dal public editor Margaret Sullivan, che in un lungo articolo ha denunciato il «disservizio» di cui si sarebbe resa responsabile la testata.

charlie hebdo copertina 1

 

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CHARLIE HEBDO: VIGNETTE OVUNQUE, MA NON SUL NYT – Ricostruendo la vicenda la Sullivan ha spiegato che il Nyt ha deciso di evitare la pubblicazione della copertina di Charlie con vignetta su Maometto preferendo semplicemente linkare un pezzo di Liberation con l’immagine. Baquet intanto si è difeso definendo disegni come quello in copertina immagini «incendiarie» e non necessarie per raccontare la storia dell’attacco terroristico alla redazione. Il caso imbarazzante visto che altri autorevoli giornali, come The Wall Street Journal e The Washington Post, hanno deciso di pubblicare la vignetta. «La nuova immagine di copertina di Charlie Hebdo – ha scritto Sullivan – è una parte importante di una storia che ha catturato l’attenzione del mondo la scorsa settimana. La vignetta in sé se può disturbare la sensibilità di una piccola percentuale di lettori Times, ma non è né sconvolgente, né gratuitamente offensiva. E ha senza dubbio un significativo valore di notizia».
Insomma, con l’atteggiamento su Charlie il New Times (di cui è diventato principale azionista da pochi giorni il magnate messicano Carlos Slim, secondo uomo più ricco del mondo) sembra non aver fatto esattamente una bella figura.

(Foto di copertina: Martin Bureau / Afp / Getty Images)

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