Il Codacons contro il selfie di Totti: «Pubblicità occulta»

12/01/2015 di Giordano Giusti

Non si sa bene cosa abbia spinto il Codacons a scagliarsi contro il selfie scattato da Francesco Totti nel derby. Mania di protagonismo, mero atteggiamento censorio o amore per la tuttologia, fatto sta che all’associazione dei consumatori non è andato giù l’autoscatto del capitano della Roma che si è immortalato sotto la Curva Sud in occasione del gol del 2-2 nel match giocato ieri contro la Lazio. Lo “scandalo” sarebbe nella marca del telefonino: la Mela avrebbe fatto capolino all’Olimpico in modo occulto e immorale

ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images
ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images

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IL CODACONS E TOTTI – «Dopo il gol e il selfie che immortala il capitano della Roma nell’esultanza seguita alla rete appena segnata, Totti viene celebrato dal Mirror come ‘Il piu’ figo di tutti i tempi» – si legge in una nota del Codacons, citando l’eco che ha avuto lo scatto del numero 10 giallorosso anche sulle testate internazionali – «Tuttavia dietro un tal gesto goliardico potrebbe celarsi molto di più. Il gesto di Totti, infatti, rappresenta una pubblicità vera e propria, mirata a pubblicizzare, con cenni occulti, un nuovo modello di smartphone appena messo in circolazione. […] Il calcio deve essere ripulito dalle dinamiche commerciali». Ecco allora la brillante proposta della zelante associazione: tolleranza zero per Capitan Selfie e quindi «il Codacons chiede la squalifica di Totti, perché è ora di riportare la gente e i giocatori al vero significato del gioco del calcio». Che qualcuno gli spieghi che l’iPhone6 – sì, parliamo di questo misterioso oggetto tecnologico (che di pubblicità ha poco bisogno, diciamo), ormai sinonimo del generico sostantivo ‘smartphone’ – non è appena uscito nei negozi, anzi ha già venduto più di 40 (quaranta) milioni di pezzi nel mondo (dato ottobre 2014) e fatto incassare suon di dollari all’azienda di Cupertino. Resta poi da dimostrare come la genuina e geniale esultanza sia da considerare una campagna pubblicitaria studiata a tavolino: come se Totti avesse bisogno della Apple o viceversa. Infine non si vede come la squalifica del numero 10 – che ebbe già a che fare con il Codacons, era il 2004 quando l’associazione chiese 5 (cinque) milioni di risarcimento dopo lo sputo a Poulsen – possa far riscoprire il vero significato del ‘giuoco’ del calcio. Come se un gol da antologia messo a segno all’alba dei 39 anni e festeggiato con uno scatto sotto i propri tifosi non abbia già fatto ampiamente il suo dovere.

Photocredit copertina ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images

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