La terrificante situazione della libertà di stampa nel mondo

La libertà di stampa e i giornalisti si trovano in una situazione davvero terrificante a livello mondiale. Come mostra l’ultimo rapporto di Reporter senza frontiere, decine di giornalisti vengono uccisi per il loro lavoro, sono in aumento i rapimenti così come le misure restrittive verso chi fa informazione. Una repressione alla libertà di stampa che interessa anche l’Europa, come mostrano i problemi per i giornalisti in Ucraina e Russia.

I GIORNALISTI E LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE MINACCIATA – Secondo il rapporto compilato dall’organizzazione Reporter senza frontiere nel mondo sono morti 66 giornalisti durante il loro lavoro nel 2014. Alcuni di loro sono purtroppo diventati nomi celebri, visto che le loro macabre esecuzioni sono state utilizzate come propaganda dall’Isis. Gli statunitensi Steven Sotloff e James Foley, così come il cameraman Raad Mohamme al-Asawi sono stati uccisi dai jihadisti di al-Baghdadi in video poi diffusi per rimarcare la minaccia del califfato islamico costituito in Siria e Iraq. Proprio l’area conquistata dall’Isis è definita come una delle più minacciose per i giornalisti a livello globale, insieme alla Libia orientale, alla provincia pakistana del Belucistan, alla regione colombiana di Antioquia e all’Ucraina orientale. In queste cinque zone si sono concentrate la maggior parte degli omicidi, degli attacchi così come dei rapimenti dei giornalisti. Le prime due categorie sono leggermente diminuite nel 2014, mentre i rapimenti sono cresciuti da 83 a 119. La regione dove sono stati più numerosi i sequestri è l’Ucraina, dove i secessionisti e le truppe regolari si sono distinte negli attacchi ai professionisti dell’informazione. Il responsabile di Reporter senza frontiere, Christian Mihr, rimarca come si registri una nuova qualità della violenza, con i giornalisti rapiti appositamente e le loro uccisioni utilizzate a scopi di propaganda.

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LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE E L’EUROPA – Il rapporto 2014 di Reporter senza frontiere evidenzia come la professione di giornalista sia diventata sempre più rischiosa. Una deriva che colpisce anche l’Europa, visto che dall’inizio del conflitto l’Ucraina è diventata uno dei Paesi più pericolosi per chi prova a informare. Le minacce sul Vecchio Continente per la libertà di stampa si registrano anche in Russia, anche senza gli eccessi di violenza registrati in Ucraina. Putin ha promosso una riforma dei media ancora più repressiva, che obbliga chi ha più di 3 mila seguaci su Facebook o Twitter a registrarsi presso le autorità. I contenuti sgraditi diventano così un problema per chi li pubblica, e la nuova legge che impone vincoli alle partecipazioni straniere nei mezzi di informazione ha già provocato la profonda trasformazione di uno dei portali meno allineati al governo russo. Il popolare sito di informazione Lenta.ru ha cambiato proprietà e la direttrice della testata è stata subito allontanata viste le sue posizioni critiche verso l’intervento in Ucraina. La giornalista, insieme a gran parte della redazione, si è trasferita in Lettonia. Rischi significativi per chi lavora sul web sono stati denunciati da Reporter senza frontiere anche in Cina, Eritrea, Iran ed Egitto, Paesi che hanno adottato misure particolarmente restrittive nei confronti dei blogger più critici coi governi, imprigionandone diverse decine.

Photo credit: AP Photo/File

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