Belén e il manifesto troppo sexy: «Va tolto, distrae gli automobilisti»

Chissà se nelle polizze rc auto presto inseriranno la dicitura “assicurazione contro furto, incendio e manifesti di Belén Rodriguez“. Potrebbe davvero essere così, almeno a giudicare da quanto successo a Milano, dove la Polizia locale ha disposto la rimozione di un maxi-cartellone di Belén, testimonial di una nota marca di lingerie, dove compare vestita soltanto con un completino intimo, in pose molto sensuali.

 

CARTELLONE TROPPO SEXY, DISTRAE GLI AUTOMOBILISTI – Il manifesto doppio, enorme e illuminato dall’alto con una serie di fari, è stato affisso all’incrocio tra corso Buenos Aires e via Palazzi e, secondo i Vigili, distrarrebbe gli automobilisti alla guida – in un tratto sempre molto trafficato – con il rischio di provocare incidenti. Repubblica riporta le parole del capo dei comando dei Vigili, che ha chiesto e ottenuto la sostituzione del manifesto con qualcosa di meno “pericoloso”:

«Abbiamo verificato che molti automobilisti, arrivati all’incrocio fra corso Buenos Aires e via Palazzi, a Milano, anziché concentrarsi sulla guida rivolgono lo sguardo al doppio cartellone – dice Damiano Zampinetti, a capo del comando dei vigili di Zona 3 – abbiamo chiesto alla società che ha allestito lo spazio pubblicitario di sostituire l’immagine con un’altra, meno attraente per i conducenti»

BELÉN DA URLO – Effettivamente lo scatto di Belén tutta curve sdraiata su un letto sfatto, anche vista in formato digitale, è di quelle che non si dimenticano. Figuriamoci vederla in formato gigante, la mattina, nel bel mezzo del traffico milanese. Una specie di visione. Che, però, potrebbe portare a sfoderare i moduli per la constatazione amichevole.

Photocredit: Facebook/Jadea
Photocredit: Facebook/Jadea

 

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«TOGLIETE QUEL CARTELLONE»: I COMMENTI – Le reazioni alla decisione della Polizia locale, comunque, non sono state quello che si dice festose. E c’è chi avrebbe già la soluzione pronta: togliete Belén, metteteci un bel fusto…  

(Photocredit copertina: Twitter/@maurizioagazzi)

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