Ferrara, una famiglia a carico nostro

15/11/2011 di Dario Ferri

Giuliano lavora in Rai. Il suo Foglio campa con soldi pubblici. E la moglie viene confermata consulente dei Beni Culturali

Tutti teniamo famiglia. E tutti dobbiamo prendercene cura. Chi lo sa bene, e sa farlo altrettanto bene, è Giuliano Ferrara, uno che è riuscito a porre il suo tetto familiare sotto l’ala protettiva del contribuente italiano.

GIULIANO TIENE FAMIGLIA – Giornalista, conduttore, politico ed ex ministro della Repubblica, l’Elefantino lo vediamo ogni sera darci lezioni di morale sulle autorevoli ed economicamente rassicuranti reti Rai, o magari attraverso editoriali pubblicati su fogli molto poco diffusi nelle edicole ma tanto benevolmente colpiti dai finanziamenti pubblici all’editoria elargiti dalla tanto stigmatizzata casta del parlamento e del governo. Giuliano Ferrara, insomma, prende soldi per Il Foglio. Ma anche per la conduzione di Radio Londra. A monte non c’è la mano invisibile del mercato, ma quella visibilissima del bilancio dello Stato. Sua moglie non è da meno: Anselma Dell’Olio, nota al pubblico di Cinematografo, è stata confermata come consulente del ministero della Cultura alla commissione che si occupa di va­gliare le opere prime e seconde.

LA MOGLIE – Lo si legge in un articolo del Secolo XIX che ripercorre gli incarichi affidati dal ministro Giancarlo Galan, quello che si lamenta di non avere soldi per il caffè e per i giornali. L’elenco dell’ex governatore del Veneto è lungo:

Alla voce promozione figura Ivo Rapa: nessu­no, nell’ambiente del cinema, sa chi sia. Gran frequentatore di “Cinematografo” è pure Gianvito Casadonte, animatore del ca­labrese “Magna Grecia Film Festival”, coop­tato nella commissione che si occupa di va­gliare le opere prime e seconde. Dove restano Anselma Dell’Olio, critica ufficiale di “Cine­matografo” nonché moglie di Giuliano Fer­rara, e Carlo Cozzi, già critico del Secolo d’Ita­lia. Se ne va invece l’avvocato Antonia Posto­rivo, consorte del barone Antonio D’Alì Soli­na, berlusconiano della prima ora e attuale presidente della Commissione Ambiente del Senato, ma solo per traslocare nella commis­sione principale, o ritenuta tale, cioè quella che si occupa di finanziare i film considerati di interesse culturale nazionale. Per dire “Gomorra”,“Il Divo”,“Noi credevamo”. Dalì, con acrobatico balletto, arriva invece il pro­ duttore Antonio Ferraro, uno che almeno mastica di cinema: affiancherà i già citati Cozzi, Dell’Olio e Casadonte sul tema degli esordi.

LA SEGRETARIA DI CONFALONIERI – Nella lista spunta anche un’ex segretaria di Fedele Confalonieri:

Ma la ciliegina della torta si chiama Valeria Licastro Scardino, che fu segretaria particolare di Fedele Confalonieri negli anni Novan­ta e condivise con Aldo Brancher una contro­ versa storia di 300 milioni pagati al ministro Francesco De Lorenzo per alcuni spot sul­l’Aids. Oggi cura le relazioni istituzionali del­la Mondadori a Roma ed è moglie dell’ex de­ putato forzista Antonio Martusciello, già vi­ceministro ai Beni culturali e attuale com­ missario dell’Agcom.

Tutto tra amici, insomma.

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