Marco Di Stefano, la ex moglie: “Soldi in Svizzera e festini hard ai castelli”

Marco Di Stefano annuncia querele nei confronti della sua ex-moglie, super testimone del deputato Pd: “Mi stalkera, si vuole vendicare”. Ma l’inchiesta aperta a Roma sulle presunte tangenti che l’ex-primo dei non eletti alla Camera dei Deputati va avanti e segue la strada che da Roma porta in Svizzera, dove Di Stefano avrebbe, secondo le accuse, depositato gli 1,8 milioni di euro di mazzetta versatagli dagli imprenditori Pulcini in cambio dell’affitto milionario pagato da Lazio Service per installarsi in un immobile di cui non aveva bisogno.

IL VIAGGIO IN SVIZZERA – La storia è nota: per intercessione di Di Stefano una società 100% in house della Regione Lazio si sarebbe spostata di sede e avrebbe occupato un immobile dei Pulcini versando affitti “del tutto fuori mercato”. Gli inquirenti di Roma hanno già fatto partire le rogatorie: “Si chiede di verificare l’esistenza di rapporti bancari tra Di Stefano e le società che fanno capo alla famiglia Pulcini”, scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera. La Guardia di Finanza sta ricostruendo i viaggi all’estero del parlamentare Pd, che, ex poliziotto, si faceva scortare “da amici delle forze dell’ordine”.

Documentano i suoi spostamenti, identificano le persone che lo accompagnano, arrivano alla banca. E lì un funzionario accetta di collaborare consegnando le movimentazioni dei conti tra il 2010 e il 2012. Spostamenti di denaro che certamente non sono congrui rispetto al patrimonio di Di Stefano. È la svolta. Perché avvalorano l’ipotesi che quei contanti trasportati in auto siano il prezzo della corruzione

Tutto da verificare ovviamente, ma certo la situazione è scivolosa per il deputato.

QUERELE E FESTINI – Come è noto, Di Stefano ha partecipato alle primarie per le liste dei candidati al Parlamento del Partito Democratico, poi è risultato il primo dei non eletti, ma grazie alle dimissioni “provvidenziali” di Marta Leonori che ora ricopre il ruolo di Assessore al Commercio e Produttività di Roma Capitale, è subentrato. Intercettato, prima delle dimissioni dell’attuale assessore, al telefono minacciava: “Faccio scoppiare la guerra nucleare a cominciare da Zingaretti», accusa “i maiali che mi hanno fatto fare le primarie con gli imbrogli”. Ora “giura di non aver mai preso un euro illecitamente, accusa la sua ex moglie, testimone dell’inchiesta, di averlo rovinato per vendetta, annuncia che la denuncerà per stalking”, ma intanto il suo collaboratore e presunto co-destinatario della tangente Pulcini non si trova più “e potrebbe anche essere morto”. Ieri inoltre erano emersi altri dettagli dalle dichiarazioni dell’ex-moglie, supertestimone dell’inchiesta: nella sua casa di Grottaferrata, il deputato avrebbe organizzato “festini hard a base di alcool e belle donne”. Anche qui, ovviamente, solo voci.

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