Anonymous rivela i nomi degli iscritti al Ku Klux Klan

Il confronto tra Anonymous e Ki Klux Klan sale di tono e sono i razzisti dal cappuccio bianco ad avere la peggio. Dopo le beffe e gli unicorni il collettivo ha preso d’assalto gli account personali dei razzisti rivelandone nomi, indirizzi e mettendo in piazza le loro foto personali.

L'account Twitter del KKK violato dagli Anonymous
L’account Twitter del KKK violato dagli Anonymous

LA GUERRA CONTINUA – Il confronto va avanti da qualche giorno, da quando il KKK ha minacciato di usare la «forza letale» contro i neri che alzeranno la testa a Ferguson dopo l’attesa sentenza nei confronti dell’agente Darril Wilson, accusato di aver ucciso un giovane cittadino utilizzando quella violenza eccessiva che troppo spesso la polizia americana riserva alle persone di colore.

L’ESCALATION CONTRO IL KKK – Ora quelli di Anonymous hanno smascherato le identità di molti adepti razzisti e pubblicato in rete le informazioni sulla loro vita privata. Nomi, familiari, figli, indirizzi, professione, numeri di telefono e altro ancora. In alcuni casi hanno anche assunto il controllo degli account Twitter o lasciato foto per ridicolizzare gli avversari.  La parte della diffusione degli indirizzi e delle foto dei minori si offre sicuramente a diversi dubbi, ma i fan di Anonymous sembrano approvare senza problemi le modalità dell’attacco.

CONTRO I RAZZISTI TERRORISTI – L’attacco è stato sferrato sotto le insegne degli hastag #OpKKK  e#HoodsOff,«via i cappucci». «Non perdoniamo, non dimentichiamo. Ku Klux Klan, preparati che arriviamo» avevano annunciato,ma gli avversari hanno risposto con tono di sfida e con il solito birignao dei razzisti sulla (loro) libertà d’espressione:  «Leggiamo divertiti le vostre minacce. Pensavamo che voi foste per la libertà di espressione. Ma siete solo dei codardi». Libertà che Anonymous non riconosce ai simili terroristi: «Non vi attacchiamo per quello in cui credete ma per quanto volete fare contro chi protesta a Ferguson… Siete un gruppo terrorista, avete le mani sporche di sangue».

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