Amnesty International denuncia la caccia all’omosessuale in Gambia

Il paese è piccolo e ha appena due milioni di abitanti, ha leggi ferocemente omofobiche e la National Intelligence Agency (NIA) e la Guardia Presidenziale sembrano fare a gara a chi cattura più omosessuali e li tortura fino a farli «confessare».

Il presidente Yahya A.J.J. Jammeh con la signora  Zineb Jammeh in visita alla Casa Bianca  (Photo  Mark Wilson/Getty Images)
Il presidente Yahya A.J.J. Jammeh con la signora Zineb Jammeh in visita alla Casa Bianca (Photo Mark Wilson/Getty Images)

IL PAESE NEMICO DEGLI OMOSESSUALI – Qualche mese fa il parlamento del Gambia ha passato una serie di provvedimenti ferocemente omofobici, culminanti con l’ergastolo per i colpevoli di «omosessualità aggravata» e ora il paese è scosso da una serie di arresti che hanno preso di mira omosessuali o presunti tali. Una legge difficile da mandare giù in Occidente, tanto che non è ancora chiaro se il presidente Yahya A.J.J. Jammeh, uomo forte del paese, al potere dal 1996 con le buone o con le cattive, l’abbia poi convalidata o meno.

UNA QUESTIONE DI STATO – Quello che c’è di sicuro è che la sua Guardia Presidenziale è impegnata ad arrestare gli omosessuali, che già in passato erano incriminabili anche nel caso consumassero consensualmente rapporti sessuali nel chiuso delle loro camere da letto. Per Jammeh comunque l’omosessualità è un «comportamento satanico», mentre per un esponenete del suo partito, l’Alliance for Patriotic Reorientation and Construction (APRC) «gli omosessuali dovrebbero essere uccisi perché sono nemici dell’umanità».

RETATE E TORTURE –  Dall’inizio del mese sono 8 le persone arrestate e detenute senza accuse secondo la denuncia di Amnesty International, che spiega come in Gambia la procedura prevede l’arresto senza formalità, il mantenere i prigionieri isolati da avvocati e familiari e quindi procedere con interrogatori violenti che comprendono le minacce di stupri e l’uso di «dispositivi» che gli inquirenti infilano nei corpi degli interrogati per dedurne se sia una pratica che apprezzano o meno.

LE DENUNCE DI AMNESTY – Procedure inaccettabili secondo Amnesty International, che ricorda come già criminalizzare le persone per il loro orientamento sessuale sia una clamorosa infrazione di tutte le convenzioni sui diritti umani e che invita il paese a cessare immediatamente la pratica e a rilasciare senza condizioni gli arrestati. Degli otto arrestati, 5 uomini tra i quali un minorenne e 3 donne, solo queste ultime sono state liberate dopo una decina di giorni di detenzione e relativi trattamenti. Nel frattempo diversi abitanti del paese sono stati costretti alla fuga dopo aver saputo dell’interesse delle autorità nei loro confronti, sembra infatti che la National Intelligence Agency (NIA) sia interessata ad avere i nomi di altri omosessuali per procedere anche nei loro confronti.

 

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