Come è visto Berlusconi all’estero

08/11/2011 di Silvia Morani

La testata Foreign Policy delinea un profilo (più personale che politico) del nostro Presidente del Consiglio


“Berlusconi riuscirà a superare l’ultima e più grande crisi, o stavolta ci sarà veramente un arrivederci?”. Questa è la domanda che si pongono i giornalisti della testata Foreign Policy, e interrogarsi sulla questione sembra più che lecito, dal momento che il nostro Presidente del Consiglio se l’è vista brutta più di una volta, e regolarmente è riuscito a salvarsi per il rotto della cuffia.

“LE NOVE VITE DI SILVIO BERLUSCONI” – Lo hanno notato anche i giornalisti di Foreign Policy, evidentemente poco abituati a condotte politiche diventate ormai quasi la norma nel nostro Paese. Secondo il quotidiano, Berlusconi sarebbe il politico che è riuscito a “sopravvivere” per più tempo: con più di 50 voti di fiducia alle spalle solo dal 2008 a oggi, nonostante scandali sessuali e legali, il politico è riuscito a mantenere saldamente il potere fino ad ora. I giornalisti di Foreign Policy hanno quindi deciso di ripercorrere la storia di Silvio Berlusconi a partire dal 1994, concentrandosi soprattutto sul suo continuo “rise and fall”, non senza una punta di incredulità e di ironia, due atteggiamenti ultimamente fin troppo diffusi all’estero nei confronti dell’Italia.

INIZIA L’ERA BERLUSCONI – Siamo nel 1994: il neonato partito Forza Italia, alleato di Lega Nord, vince le elezioni e Berlusconi diventa Presidente del Consiglio dei ministri. Il suo primo governo ha però vita breve, perché solo sette mesi dopo la Lega ritira l’appoggio al governo e inizia una forte campagna per screditare il povero Silvio, che è costretto a dimettersi. Ma, secondo FP, c’erano “segnali che indicavano che la sua carriera politica sarebbe stata ancora vitale”. Secondo il quotidiano, i sondaggi effettuati a fine anno rivelavano che Berlusconi sarebbe stato ancora la prima scelta degli italiani per il governo successivo.

LE ELEZIONI DEL 1996 – Le seguenti elezioni, nel 1996, furono vinte dall’Ulivo, la coalizione di centrosinistra capeggiata da Romano Prodi. Nel frattempo Berlusconi non era certo scomparso, perché continuava a essere attivamente presente sulla scena politica italiana – come capo dell’opposizione –, e a quanto pare anche su quella giudiziaria: il quotidiano riporta che dopo essere stato condannato dal Tribunale di Milano a due anni di reclusione per corruzione, la condanna andò in prescrizione e Silvio la passò liscia.

LA FENICE RINASCE DALLE PROPRIE CENERI – Berlusconi tornò al potere dopo che la sua coalizione di centrodestra, la Casa delle Libertà, vinse le elezioni del 2001. Ma il Presidente del Consiglio si ritrovò a dover affrontare una serie di accuse, tra cui quella di appropriazione indebita, di evasione fiscale, falso in bilancio e vari tentativi di corrompere i giudici. Le critiche che si riversarono su di lui furono notevoli: si videro molte manifestazioni, oltre al richiamo di Francesco Cossiga. Ma il Cavaliere riuscì a cavarsela anche questa volta “attraverso un mix di assoluzioni, appelli, modifiche delle leggi”. Ultimamente, riporta il quotidiano, ha raggiunto il primato del governo italiano più duraturo dalla Seconda Guerra Mondiale. Nel 2002 il New York Times scriveva che Berlusconi “sembra praticamente impermeabile al danno politico”. Continuavano, nel frattempo, le richieste di dimissioni, che arrivarono invece da parte del ministro dell’economia Giulio Tremonti, convincendo molti che si trattasse della “fine dell’era Berlusconi”. Ma, come puntualizza Foreign Policy, l’era Berlusconi era tutt’altro che terminata.

ALTI E BASSI – In aprile del 2005 il governo Berlusconi collassò su se stesso dopo una cocente sconfitta nelle elezioni regionali e un crollo economico. Anche degli alleati di Berlusconi si misero contro di lui. Questo calo di popolarità annunciava una tempesta che sarebbe stato sciocco sottovalutare. Berlusconi avrebbe dovuto ideare un ottimo stratagemma per evitare di essere eliminato, ed è proprio ciò che fece: dopo aver dato le dimissioni, varò un nuovo governo (che di fatto ricalcava quello precedente) solo pochi giorni dopo. Insomma, un cambiamento nella forma ma non nella sostanza. Silvio dichiarò che sarebbe stato disposto a lasciare la sua carica di Primo Ministro solo se fosse riuscito a fondere la sua coalizione di centrodestra in un unico, stabile partito. “La mia ambizione non è quella di essere insostituibile”, affermò. Peccato che ultimamente abbia dichiarato che non c’è nessun altro in grado di governare l’Italia, come non manca di farci notare il quotidiano.

LA FINE? – Nelle elezioni del  2006 Berlusconi viene battuto (non senza avanzare accuse di brogli elettorali) da Romano Prodi, che capeggiava la coalizione di centrosinistra. Ma, visti i precedenti, nessuno ha cantato vittoria troppo presto. L’era Berlusconi è finita? Questa volta non si trattava di un’affermazione quanto di un interrogativo, che fu ripetuto più volte in uno degli articoli del New York Times, nel quale si giunse alla conclusione che no, probabilmente non era affatto finita, dal momento che Berlusconi voleva proteggere il suo impero, evitare problemi legali, preparare un ritorno e “nutrire il proprio ego”. In effetti il quotidiano non andò molto lontano dalla realtà: Berlusconi lanciò una nuova coalizione di centrodestra nel 2007 e tornò al potere l’anno dopo, in seguito alla sfiducia del governo Prodi al Senato. Ben presto fu proposto un decreto che garantiva l’immunità dai processi giudiziari mentre si ha una carica politica (da noi tristemente conosciuto come Lodo Alfano).

GLI SCANDALI E LA CRISI – Il 2009 viene visto come l’anno degli scandali: Veronica Lario annuncia che divorzierà da Berlusconi per via del suo coinvolgimento in faccende poco chiare in cui prendevano parte anche ragazze minorenni. Suscitò scalpore la vicenda di Noemi Letizia, alla cui festa per i 18 anni Berlusconi fu invitato. Ulteriori testimonianze rivelarono che il Presidente del Consiglio era solito invitare giovani ragazze e prostitute ai suoi festini, ricompensandole con soldi, regali e addirittura cariche politiche. Nel frattempo furono riaperti due processi per corruzione dopo che la Corte Costituzionale dichiarò incostituzionale l’immunità parlamentare, nel 2009. Il povero Silvio dichiarò di essere “la persona più perseguitata della storia”. Tanto per aggiungere al danno la beffa, riporta Foreign Policy, Berlusconi fu colpito in faccia da una statuetta lanciata da un ragazzo a Milano. Nel frattempo sono state numerose le manifestazioni antiberlusconiane nella capitale. Verso la fine dell’anno, l’Economist osservò che Berlusconi era assediato su tutti i fronti e che aveva raggiunto un punto di crisi. Duncan Kennedy, giornalista della BBC, verso la fine del 2010 arrivò a prevedere che il divorzio con Veronica Lario sarebbe stato l’inizio della fine dell’era Berlusconi (ma questa previsione si era sentita talmente tante volte che non sembrava più molto credibile).

IL BUNGA BUNGA – Non è esagerato affermare che la storia del bunga bunga ha fatto il giro del mondo: Foreign Policy descrive il 2010-2011 come “the bunga-bunga years”, raccontando che Berlusconi è stato colpito da un’indagine riguardo ai suoi baccanalici “bunga-bunga parties” e per i suoi rapporti poco limpidi con una cubista marocchina adolescente, Karima el-Mahroug (meglio nota come Ruby Rubacuori). Andò sotto processo per evasione fiscale e, appunto, per aver avuto rapporti sessuali a pagamento con una minorenne. Ma soprattutto, riporta il giornale, iniziò ad affrontare “una maratona di voti di fiducia” su misure ideate ad hoc per salvare l’Italia dalla crisi economica che si stava impossessando dell’intera Europa. Tutti questi problemi portarono l’ex alleato di Berlusconi, Gianfranco Fini, a separarsi definitivamente da Silvio chiedendo a gran voce le sue dimissioni. Seguirono il suo esempio numerosi altri membri della coalizione di Berlusconi.

…E ADESSO? – Sarebbe quasi incredibile se dopo essere sopravvissuto con tanta tenacia a tutti gli scandali sessuali, a tutti i processi, a tutti i tentativi di eliminarlo, Berlusconi venisse abbattuto dalla crisi economica, che sembra piccola cosa in confronto a tutto ciò che ha dovuto affrontare nel corso della sua carriera politica. Quindi, attenzione, potremmo essere gli ennesimi a credere erroneamente che questa sia la fine dell’era Berlusconi. Meglio aspettare un verdetto definitivo prima di considerare Berlusconi l’ultima vittima della crisi economica Europea: secondo chi ha scritto l’articolo, infatti, il nostro Presidente del Consiglio potrebbe avere qualche altro asso nella manica.

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