C’era una volta il Muro di Berlino

09/11/2014 di Mazzetta

Michail Gorbaciov a Berlino per la commemorazione dell'abbattimento del muro (AFP PHOTO / ODD ANDERSEN)
Michail Gorbaciov a Berlino per la commemorazione dell’abbattimento del muro (AFP PHOTO / ODD ANDERSEN)

 

GORBACIOV ABBATTE LA CORTINA DI FERRO – Il Muro di Berlino cadrà solo con il tramonto dell’Unione Sovietica e per merito della riforma voluta da Michail Gorbaciov (Gorbačëv), che nel 1988 annuncia la fine della dottrina Brežnev e permette in pratica alle nazioni del blocco sovietico il ritorno all’autodeterminazione e alla scelta dei sistemi democratici. L’annuncio arriva nel mezzo di una progressione storica che vedrà Gorbaciov, salito al potere nel 1985, firmare due storici trattati per il disarmo con Reagan, liberare i paesi satelliti dal controllo sovietico, assumere oltre alla carica di segretario del partito quella di capo dello stato e, in quella veste, ritirare le truppe dall’Afghanistan nel 1989  e mandare in pensione l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, concedendo i referendum per l’indipendenza da Mosca, e con quella il ricordo della Guerra Fredda.

LA GERMANIA SOVIETICA È EVAPORATA – Il crollo del muro, preannunciato dai tentennamenti di un regime che aveva subito senza reagire le prime manifestazioni da decenni, giunse quindi dopo il crollo ufficiale della cortina ufficiale, ma comunque abbastanza improvviso, in fondo il presidente tedesco-orientale Erich Honecker era pur sempre quello che aveva dichiarato che il muro avrebbe diviso Berlino per altri 100 anni, ma senza più la morsa sovietica sul collo il regime non trovò al suo interno le energie per resistere a un cambiamento ormai reclamato dalla storia e da tutti i tedeschi. L’annuncio ufficiale che comunicava la fine delle restrizioni alla libertà di recarsi all’estero e in particolare nel resto della Germania fu dato in maniera dimessa, ma subito interpretato come un via libera irrevocabile. La folla si riversò per le strade della capitale e Berlino tornò immediatamente una città sola. Nessuno sparò e nessuno disse niente mentre i tedeschi dell’Est e dell’Ovest cominciarono ad abbattere il muro, e i berlinesi da allora non hanno più smesso d’andare e venire.

DI CORSA VERSO LA RIUNIFICAZIONE – Il crollo del Muro ha segnato anche la fine della divisione della Germania, il 18 marzo 1990 si sono tenute le prime e uniche libere elezioni della storia della Repubblica Democratica Tedesca, si votò un governo che aveva il principale mandato nel negoziare la fine stessa dello Stato che rappresentava e i termini della riunificazione con l’Ovest. A dimostrazione dell’assoluta e unanime determinazione dei tedeschi nel perseguire la riunificazione, il 3 ottobre 1990, a meno di un anno dal crollo del muro, la Germania annuncerà ufficialmente l’avvenuta riunificazione e l’ingresso dei 5 Länder orientali nella repubblica federale. C’era ancora l’Unione Sovietica e l’occasione per riunire il paese, diviso dal 1945 dall’accordo a Yalta tra le potenze vincitrici, era da concretizzare e rendere irreversibile quanto prima approfittando del momento favorevole, liberandosi dei tutori che per mezzo secolo hanno creato e tenuto al guinzaglio le due Germanie e ponendo così fine al castigo sofferto per aver messo a ferro e fuoco il continente sotto le insegne del nazismo. Oggi Berlino ha consegnato Bonn all’oblio ed è tornata capitale tedesca ed europea, a segnare il tracciato del muro ci sono 6.800 lampioni piantati per celebrare il quarto di secolo da quella storica giornata. A condurre le celebrazioni c’è Angela Merkel, cancelliera della Repubblica Federale Tedesca e di tutti i tedeschi, che da allora non hanno mai dato segno di rimpiangere la decisione.

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