Marco Rizzo, come lui nessuno mai

07/11/2014 di Boris Sollazzo

Extraterreste, portami via. Mi dicono che Eugenio Finardi, uno che suona e canta come se non fosse di questo mondo, chiedeva questo agli alieni. Io, alla Leopolda, cercavo qualcuno che lo facesse, ma la verità è che la tre giorni di Renzology già mi manca. E non solo perché c’era la regina Roberta Maggio, sia chiaro. Ma anche perché quel mondo mi suscitava l’interesse che l’entomologo ha per gli esapodi. Scientifico, ammirato, anche un po’ morboso. Sarà per questo che il direttore – che mi ha preso con sé nonostante io sia extracomunitario, anzi extraplanetario – si sente chiedere dal sottoscritto, con ansia, quando tornerà un appuntamento di tale spessore. Mi basta anche il congresso del Pd, l’inaugurazione di un club di Forza Italia, una ronda della Lega, una puntata di Gazebo.

rivoluzione-sovietica

Non l’avessi mai detto. Mi manderà al Centro Congressi di Via dei Frentani. Di sabato pomeriggio. L’iniziativa si chiama “Viva la Rivoluzione sovietica!”. E nel manifesto c’è anche un entusiasta “Ripartiamo da lì”. Dal Centro Congressi di Via dei Frentani? Dalla Rivoluzione? Dall’Unione Sovietica? Ma perché quando mi perdo nella politica italiana non capisco mai nulla di quello che dicono? Anche le frasi più semplici nascondono segreti imperscrutabili.

Decido dunque di informarmi. Di capire. Anche perché da quel che vedo, dalle foto dei loro idoli, questi sembrano più alieni di me. Baffi improbabili, facce quadrate.
Sono fortunato, il maestro di cerimonie di questa curiosa rimpatriata di nostalgici – rimpiangono un sistema di governo e un ideale chiamato comunismo, per molti una malattia, anche poco dignitosa visto che molti che ne furono contagiati ora rinnegano d’averla avuta (io, alieno, l’ho avuta e forse sono ancora in convalescenza) – è Marco Rizzo. Il segretario del Partito Comunista. Il logo mi piace: falce e martello. Aggressivo, elegante, ti rimane in testa. Pensavo non esistesse più, 25 anni fa è caduto il muro di Berlino. Ma pochi appassionati, antiquari dell’ideologia, resistono fieri: arriveranno dalla Grecia, dalla Russia, dalla Spagna, dalla Francia per far compagnia al compagno Rizzo.

Vado sulla sua pagina Facebook. Linka tutto ciò che lo riguarda. Perché comunismo è collettività, ma Stalin insegna che anche il culto della personalità vuole la sua parte. “Sabato il comunismo ripartirà, il riformismo è finito”. Sabato. Perché dopo una settimana di duro lavoro, l’operaio può far la rivoluzione. Nel tempo libero, forse? Chissà. E poi. “Questo sistema ha 900 anni, la rivoluzione sovietica ne compirà solo 100 fra tre anni”. Sembra un episodio della saga cinematografica di Twilight, con i liceali pallidi e centenari. Lui è pure glabro. Non so se succhia il sangue, ma di sicuro, mi dicono, mangia i bambini.

Uscita dall’Ue. Questo vuole. Come Salvini. Oddio, che anche il verde Matteo sia in realtà rosso e comunista? Aiuto. Meglio la ronda?

Ma non sono ancora soddisfatto, e allora vedo SkyTg24 Pomeriggio. E lì ho l’illuminazione. Nel momento in cui Marco, mio nuovo eroe (scusa Renzi, tornerò presto) si lancia in una discussione sui massimi sistemi con Paola Saluzzi, giornalista. Emozione. Lei cita Le vite degli altri, un film, per dirgli che nei paesi governati dai comunisti, si moriva (a dir la verità in quel bel film si spia parecchio e ci sono pochi deceduti, ma fa niente). Lui elogia Lenin e Stalin. Rizzo-Saluzzi e d’un tratto Marx e Hegel sbiadiscono. Capisco che il direttore, che mi ha adottato quando mi sono perso in questo pianeta, vuole solo il meglio per me. E allora vado. #LostinFrentani suona peggio di #LostinLeopolda, ma va bene lo stesso.

Ripartiamo da lì. Da lì dove? Basta fare domande. L’alieno è tornato. Il comunismo pure.

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