Il 5 novembre e la vera storia della maschera di Guy Fawkes

«Remember remember the Fifth of November». Oggi, girellando su Facebook e sugli altri social network, potreste imbattervi con una certa frequenza in questa frase. O anche nella sua traduzione italiana, che comincia con «Ricorda per sempre il 5 novembre». Frase misteriosa e spesso corredata da un video o da un fotogramma di un film piuttosto famoso, V per Vendetta, dove il protagonista indossa per tutto il tempo una maschera. Una maschera molto particolare che, negli ultimi anni, abbiamo imparato ad associare ai vari movimenti di protesta che sono sorti in tutto il mondo, da quello di Occupy alle manifestazioni contro le leggi sulla pirateria online, passando per gli “Indignados” spagnoli e italiani e le proteste in Grecia. 

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KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images

GUY FAWKES E LA CONGIURA DELLE POLVERI – Quella maschera, ormai famosa in ogni angolo del globo, è la rappresentazione stilizzata del volto di Guy Fawkes, cospiratore inglese del XVII secolo, personaggio storico a cui il protagonista del film di cui sopra si ispira per portare a termine la propria missione. Ma chi era il “vero” Guy Fawkes? E che legame ha con la diffusione di questa maschera ormai diventata un simbolo della protesta? Per ricostruire la storia, occorre fare un passo indietro, più precisamente nella Londra di inizio Seicento. Nell’autunno del 1605 Guy Fawkes, insieme a un gruppo di cospiratori, tramò per provocare un attentato al Parlamento inglese: un’esplosione provocata con numerosi barili di polvere da sparo che sarebbe dovuta avvenire nel momento in cui re Giacomo I e tutti i membri del Parlamento fossero riuniti nella Camera dei Lord, per celebrare l’apertura dei lavori parlamentari. L’obiettivo di Fawkes e degli altri cospiratori cattolici era semplice: togliere di mezzo il re e buona parte degli aristocratici che costituivano la classe dirigente dell’epoca e istituire così un nuovo ordine politico, sociale e religioso.

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Guy Fawkes in una stampa di metà Settecento – Foto: Hulton Archive/Getty Images

«RICORDA PER SEMPRE IL 5 NOVEMBRE» – Il complotto è chiamato “Congiura delle polveri” ed è un episodio che tutti i ragazzini inglesi studiano sui libri di storia. Ma il piano di Guy Fawkes venne scoperto, l’attentato fu sventato e il cospiratore venne arrestato alla mezzanotte del 5 novembre 1605. Portato in prigione, Fawkes confessò ogni cosa sotto tortura, venne sommariamente processato e condannato a morte. La sentenza venne eseguita due mesi più tardi: Guy Fawkes e gli altri cospiratori vennero impiccati, squartati e decapitati sulla pubblica piazza di Westminster. Guy Fawkes era morto e il re era salvo: per festeggiare, Giacomo I decretò che il 5 novembre sarebbe stato un giorno di festa, da solennizzare con falò notturni e fuochi d’artificio. Una tradizione che in molte parti dell’Inghilterra si osserva ancora: la notte del 5 novembre è anche detta “Bonfire Night” e si può assistere a spettacoli pirotecnici più o meno sontuosi, anche se ormai è diventata una consuetudine più commerciale che una vera e propria commemorazione storica. La “Congiura delle polveri” è raccontata anch in una filastrocca per bambini, che recita:

Ricorda, ricorda,
il cinque novembre,
polvere da sparo, tradimento e complotto.
Non vedo alcuna ragione
per cui la Congiura delle Polveri
dovrebbe mai essere dimenticata!

ALAN MOORE E, POI, IL FILM – Nonostante con il passare dei secoli la figura di Guy Fawkes sia stata progressivamente riabilitata, bisogna aspettare gli anni Ottanta perché questo nome diventi realmente famigliare ai posteri: nel 1982 il fumettista inglese Alan Moore pubblica, a puntate, V for Vendetta un fumetto distopico ambientato in un’Inghilterra post-apocalittica, dominata da un regime dittatoriale che calpesta regolarmente i diritti civili in cambio di una pace armata che mantiene l’ordine. È in questo scenario che agisce V, misterioso anarchico con il volto sempre coperto da una maschera con le sembianze di Guy Fawkes, deciso a riprendere in mano il piano che il cospiratore aveva ordito secoli prima e a far saltare in aria il Parlamento inglese. La graphic novel di Alan Moore, apprezzatissima dai cultori del fumetto, rimane un prodotto di nicchia per quasi vent’anni fino a quando, nel 2005, non diventa un film per la regia di James McTeigue, con Natalie Portman e Hugo Weaving nei panni del vendicatore mascherato. Grazie a una sceneggiatura particolarmente azzeccata, il film ottiene un successo planetario.

 

V PER VENDETTA – Il film esce nel 2005, appena qualche anno prima della crisi economica che ha dato origine ai vari movimenti di protesta in tutto il mondo. Con la sua maschera di Guy Fawkes, il V del film di James McTeigue incarna tutto quello contro cui, milioni di persone in tutto il mondo, stanno protestando: lo strapotere dell’economia, la distanza sempre crescente tra cittadini e classe dirigente, il controllo dell’informazione da parte del potere. E poiché il film si conclude con una scena di massa in cui tutti i cittadini di una Londra irriconoscibile si ritrovano insieme, ormai vittoriosi, con indosso la maschera del loro liberatore, quella maschera comincia a comparire nelle piazze della protesta, da New York alla Birmania passando per Madrid e per i movimenti della Primavera Araba. Ormai prodotta un serie e diventata il simbolo di un fenomeno di massa se non addirittura di costume, quella maschera ha mutuato il significato del personaggio di V per Vendetta, mettendo relativamente in ombra la figura del “vero” Guy Fawkes, per secoli considerato dagli inglesi un nemico pubblico più che un eroe.

E IL 5 NOVEMBRE? – E così, anche se il 5 novembre è in realtà la commemorazione di uno sventato colpo di Stato che avrebbe potuto sovvertire uno status quo ma che di fatto non ci è riuscito, oggi questo giorno viene “festeggiato” con un intento piuttosto diverso. Con buona pace di Guy Fawkes.

(Photocredit copertina: YURI CORTEZ/AFP/GettyImages)

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