Roma, i ‘cannabis club’ per combattere i pusher

Cannabis social club per liberarsi dei pusher che da tempo spadroneggiano tra le vie dell’isola pedonale: questa la proposta del Comitato di quartiere del Pigneto che è stata presentata al tavolo di confronto con il Comune di Roma alla presenza del vicesindaco Nieri, di dirigenti dell’Ama e delle forze dell’ordine. «Un modo per sottrarre clienti e profitti alla criminalità e allontanare il degrado. Aiuterebbe a togliere clienti agli spacciatori che hanno trasformato le nostre strade in super-market della droga» spiegano i promotori dell’iniziativa. Lo riporta il Messaggero nell’edizione odierna

 

 

IL PROGETTO – I club raccolgono al momento l’approvazione sia di Nieri – «Mi sembra uno strumento interessate per combattere le narco-mafie. Per metterlo in pratica però serve un passaggio a livello nazionale, mi auguro che il governo affronti la questione» – sia del presidente del V Municipio Palmieri –  «Non si tratta di una provocazione. Questo progetto, se ben regolato, potrebbe annientare il business degli spacciatori. Ovviamente va ancorato a un programma sociale più ampio; gli interventi delle forze dell’ordine non bastano né si può pensare di militarizzare la zona per sempre. Servono altre soluzioni» riporta ancora il Messaggero. Ben lontana dai coffe shop di stampo olandese, l’iniziativa è ampiamente sviluppata in Spagna: ben 400 i cannabis social aperti dal 2012, 60 grammi la dose massima per ciascun ‘socio’. In Italia finora se ne conta solo uno, a scopo terapeutico e non ricreativo: a Racale (Lecce) è nata nel 2013 ‘LapianTiamo‘, associazione no profit che «per la prepotente urgenza dei malati promuove l’uso terapeutico della canapa medicinale attraverso la coltivazione e l’approvvigionamento ai pazienti affetti da patologie come sclerosi multipla, cancro, dolore cronico, sla, parkinson, glaucoma e tantissime altre».

 

Photocredit copertina LaPresse

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