Cosa insegnano ai bambini nella scuola del terrore dell’Isis

L’Isis è l’organizzazione terroristica che impiega di più bambini e adolescenti nelle operazioni militari. Vicino alla capitale del califfato Raqqa c’è un campo dove centinaia di giovanissimi sottratti con la forza o comprati dalle loro famiglie sono educati all’uso delle armi, alla dottrina fondamentalista del Corano e al martirio suicida per l’Islam.

L’ISIS E LA SCUOLA DEL TERRORE – Gli attivisti per i diritti umani del gruppo “Raqqa is being slaughtered silently”, Il silenzioso massacro di Raqqa in italiano, hanno diffuso sul loro sito numerose foto del campo di al-Sharea’l, dove centinaia di bambini e adolescenti sono formati alla jihad. Nella scuola del terrore, come è definita dal tabloid tedesco Bild Zeitung, i giovanissimi imparano l’uso delle armi, la dottrina fondamentalista del Corano predicata al-Baghdadi e dai suoi miliziani, allo scopo di esser inviati nelle operazioni militari condotte dalle truppe jihadiste in Siria. Come rimarcano gli attivisti, le foto che sono state pubblicate sul loro sito sono state scattate dalla stessa Isis, che da tempo utilizza dei bambini con il kalashnikov o la bandiera nera in mano a scopi di propaganda. A Raqqa le scuole sono state chiuse, e i bambini imparano la jihad invece che la materie tradizionali. Questi piccoli, tra cui ci sono anche bambini di età di poco superiore ai 5 anni, sono portati nel campo di al-Shareal in modo diverso. Diversi tra loro sono stati sottratti con la violenza alle loro famiglie, altri invece venduti, mentre numerosi genitori e parenti vicini alle idee fondamentaliste dell’Isis li hanno consegnati ai jihadisti per far diventare i loro figli o nipoti nuovi martiri dell’Islam.

 

 

 

L’ISIS E I BAMBINI – La destinazione dei giovanissimi combattenti di al-Sharea’l è Kobane. Al-Baghdadi vuole a tutti i costi la conquista dell’enclave curda, per congiungere il califfato alla Turchia, e molti di questi ragazzini saranno inviati verso Kobane per farsi saltare in aria contro i peshmerg, come rimarca un portavoce del gruppo di attivisti anti Isis. L’enclave curda non è però l’unico obiettivo militare dove i piccoli jihadisti sono impiegati. A Taqba, è morto un ragazzo di 14 anni nell’assalto all’aeroporto militare strappato all’esercito di Assad. Si chiamava Abu Alaa e ora viene celebrato dall’Isis come Istishadi, i martiri che sacrificano la loro vita per combattere la jihad. Nelle settimane scorse un altro combattente di 10 anni, Abu Ubadaih, è stato celebrato dai miliziani di al-Baghdadi dopo la sua morte, avvenuta durante un bombardamento. Nei conflitti mediorientali l’utilizzo di giovanissimi guerriglieri è piuttosto consueto, ma nessuno ne impiega così tanti, anche a scopi di propaganda, come Isis. Il fondatore di Raqqa is being slaughtered silently” ha spiegato alla rivista americana Foreign Policy come l’utilizzo dei piccoli sia sistematico tra le file del califfato. I bambini forniscono anche il sangue per le trasfusioni necessarie ai combattenti feriti in battaglia, e costretti a cantare in pubblico gli elogi al regno dell’Isis, oppure a denunciare gli infedeli che si nascondono nei territori controllati dalle milizie di al-Baghdadi.

(Photo credit: Raqqa is Being Slaughtered Silently)

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