Perché l’Isis decapita gli infedeli

24/10/2014 di Redazione

Uno dei rituali più perversi dell’Isis è la decapitazione. I miliziani del califfato islamico hanno finora ucciso in questo modo quattro ostaggi, due americani e due britannici e ci sono diversi resoconti sulle decapitazioni subite dai soldati di Assad o dell’esercito iracheno. L’Isis decapita gli infedeli o i suoi nemici in base a un’interpretazione fondamentalista del Corano, pervertendo il messaggio del libro sacro della religione islamica.

Syrian Kurds Battle IS To Retain Control Of Kobani

L’ISIS E LE DECAPITAZIONI – I video delle decapitazioni dell’Isis sono una delle espressioni di massima brutalità lanciati dai miliziani del califfato islamico. I nemici dei jihadisti sono uccisi con questo rito barbaro, ispirato a un’interpretazione perversa del Corano. L’Isis ha ucciso in questo modo quattro ostaggi: James Foley, Steven Sotloff, David Haines e Alan Henning. Diversi resoconti indicano come anche i soldati degli eserciti siriano e iracheno siano stati ammazzati in questo modo così efferato. Secondo alcune testimonianze nella capitale del califfato, la città siriana di Raqqa dove dovrebbe nascondersi al-Baghdadi, le teste tagliate dei militari di Assad siano state appese a pali e inferriate per mostrarli, e terrorizzare, chi si oppone alle regole dell’Isis. Con le stesse intenzioni i jihadisti hanno deciso di diffondere le esecuzioni degli ostaggi occidentali, riprendendo così un macabro rituale di propaganda che aveva caratterizzato la formazione da cui è nata Isis, l’organizzazione terrorista al-Qaida in Iraq guidata dal giordano al-Zarqawi.

LE DECAPITAZIONI DELL’ISIS E IL CORANO – Nel video delle decapitazioni di Foley il boia dell’Isis, Jihad John, pronuncia questa formula.

just as you continue to strike our people, our knife will continue to strike the necks of your people
(Come voi continuate a colpire la nostra gente, il nostro coltello continuerà a colpire le nuche delle vostre popolazioni).

Il tabloid tedesco Bild  spiega che l’Isis richiami così una formula che si ritrova nel Corano. Nel quarto verso della Sura 47 il sacro libro della religione musulmana dice

Quando incontrate gli infedeli sul campo di battaglia, colpiteli sulla nuca (con la spada). Anche nella Sura 8 e 9 del Corano ci sono riferimenti alle decapitazioni.

Questi passaggi sono evocati dai boia del califfato islamico, e evidenziano come l’Isis perverta il messaggio della religione musulmana per la sua propaganda. Solo la versione più fondamentalista dell’estremismo islamico considera infatti queste frasi come prescrizioni della Sharia, e l’Isis le utilizza per rafforzare il suo messaggio di propaganda.

CHI RECLUTA L’ISIS – Il settimanale Der Spiegel ha intervistato Abu Sattar, un trentenne addetto al reclutamento dell’Isis in Turchia. In questi mesi migliaia di persone provenienti da diversi paesi europei si sono recati in Turchia per unirsi alla jihad combattute dalle truppe di al-Baghdadi, e Abu Sattar è uno dei responsabili che valuta chi sia adatto a entrare nelle file dell’Isis. I jihadisti accettano solo chi condivida la loro rigida ed estremistica interpretazione del Corano, che va seguito in modo letterale. L’Isis rifiuta la dottrina islamica che ha adattato i passaggi del libro sacro allo spirito dell’epoca. Abu Mattar spiega come il dovere dei musulmani sia rispettare le indicazioni del libro sacro, e combattere gli infedeli. Il reclutatore dell’Isis contesta però che all’interno dell’organizzazioni entrino persone che non hanno realizzato i loro obiettivi. “Non è giusto affermare che da noi vengano persone che non avevano ottenuto successo nella loro vita. Tra i nostri combattenti ci sono molti laureati, o persone che si sono realizzate. Ognuno di loro vede però le ingiustizie subite dai musulmani da ormai lungo tempo, e vogliono combatterle”.

Photo credit: La Presse/ AP Photo

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