Canada, l’ombra dell’Isis sull’attacco terroristico

Canada, c’è l’Isis dietro l’attacco al Parlamento canadese che ha lasciato sul campo due morti, ovvero il killer identificato come Michael Zehaf-Bibeau e il Caporale delle Giubbe Rosse, il 25enne Nathan Cirillo? I giornali canadesi online se lo chiedono: il Terrorismo Islamico del Califfato dell’Iraq del Levante e della Siria può raggiungere il tranquillo e placido stato dell’Acero, e da lì, sbarcare in America? Da quel che sembra, sì, ma una connessione diretta è ancora tutta da dimostrare.

IL KILLER: UN COMMANDO ISIS O UN PAZZO ISOLATO? – La storia di Zehaf-Bibieu è molto contraddittoria. La racconta il Globe and Mail, principale giornale canadese. L’uomo è cresciuto fra Ottawa e Montreal, ma aveva passato anche “del tempo in Libia”, secondo un amico che l’aveva incontrato in una moschea. “Non sembrava avere visioni estremiste o inclinazioni violente, ma a volte esprimeva tratti caratteriali abbastanza disturbati. Parlavamo in cucina e non so come ci siamo arrivati, ma mi disse che aveva il diavolo alle costole, parlava di Shaytan, parola araba per diavolo o demone. Penso fosse un po’ svitato”, racconta Dave Bathurst: “Voleva tornare in Libia a studiare, io volevo capire se aveva intenzione di fare quello, o anche altro, ma lui mi disse che voleva solo studiare arabo”. In ogni caso, per questioni burocratiche, in Libia non tornò mai: per il governo era “un viaggiatore ad alto rischio” e gli venne negato il visto. In seguito Zehaf-Bibieu venne processato per un piccolo furto commesso nel 2011 dopo che egli stesso chiamò la polizia per costituirsi, anni dopo: “Venne accusato di furto e si dichiarò colpevole anche di minacce; una cosa piccola ma abbastanza strana”, ricorda il legale.

L’AMERICA IN PERICOLO? – Quindi a commettere l’attacco al Parlamento è stato un cittadino canadese dal passato bizzarro ma apparentemente non terroristico, nonostante il fatto che lui fosse sotto controllo terroristico. Secondo l’Ottawa Citizen, le conseguenze nel lungo periodo sarebbero imprevedibili: “Gli attacchi di mercoledì suggeriscono che lo Stato Islamico o altre influenze jihadiste sono in grado di ispirare, reclutare o persino organizzare i simpatizzanti canadesi perché lancino attacchi qui in patria, anche se poco sofisticati. Quel che è successo cambia il quadro”. Purtroppo per il Canada, ieri un account Twitter collegato all’Isis (ora bloccato) ha diffuso una foto di Zehaf-Bibieu.

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Sia come sia, il primo ministro canadese Stephen Harper ha parlato ieri in televisione per un messaggio alla nazione.

“Insieme rimarremo vigili contro coloro che in patria o all’estero vogliono danneggiarci”, ha detto Harper: “Non ci sarà rifugio sicuro per loro”. Le forze armate canadesi sono ora in stretto contatto con quelle americane per capire se l’attacco al parlamento canadese sia semplicemente un atto isolato o il primo di una rete del terrore pronta a colpire anche in America. Nel Nuovo Continente torna la paura.

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