Come spiegare la guerra ai bambini

I conflitti in Siria e Ucraina sono ormai oggetto della nostra quotidianità. I video e le foto sui siti così come sui social network ci permettono di vedere in tempo reale la guerra mentre viene combattuta. Una novità per generazioni abituate a pensare ai conflitti bellici come un dato storico del passato, che apparteneva a un’epoca dell’Europa che non avrebbe dovuto mai più tornare.

IL RITORNO DELLA GUERRA – Fino a pochi decenni fa la guerra apparteneva alla normalità vissuta da noi europei. Il conflitto tra le Nazioni o i diversi Regni era un fatto che caratterizzava l’esistenza di tutte le persone, sia che ne fossero direttamente coinvolte, sia che invece le vivessero in lontananza. La guerra apparteneva alla vita: c’era chi la celebrava, e chi invece la temeva, a ragione visto il suo carattere distruttivo. Una riflessione di Frankfturter Allgemeine Zeitung rimarca come in questi ultimi mesi i conflitti bellici siano tornati un aspetto della quotidianità come non capitava da moltissimo tempo a noi europei. Dopo la seconda guerra mondiale il Vecchio Continente è stato interessato da sporadici conflitti, come la guerra civile che ha dilaniato la Jugoslavia o l’intervento militare della Nato in Kosovo. Episodi vissuti come distanti, così come la realtà della guerra era percepita come lontana anche ai tempi delle iniziative militari degli Stati Uniti in Afghanistan e Iraq. Da diversi mesi la guerra sta però tornando un aspetto abituale delle nostre viste. Il conflitto in Ucraina così come i bombardamenti contro l’Isis sono vissuti in tempo reale da milioni di persone, un’esperienza particolarmente nuova per i più giovani.

LA GUERRA DA SPIEGARE AI GIOVANI – Per milioni di ragazzi la guerra, un’esperienza appresa dalle giovani generazioni solo grazie al racconto o all’istruzione, è diventata una realtà osservabile con un semplice click. La comunicazione immediata dei siti così come dei social network consente di viverla in diretta, in tutto il suo orrore. Faz rimarca come la guerra sia rimasta la stessa nonostante le innovazioni tecnologiche, ovvero l’uomo che sopprime un altro uomo per affermare le proprie ragioni. Ciò che non ho consentito tra i cittadini degli Stati diventa possibile nelle relazioni tra Stati. La polizia mondiale non esiste. Il quotidiano tedesco rimarca come si ponga il problema di raccontare questa nuova realtà a giovani che a differenze delle generazioni più anziane non si sono mai confrontate con un simile problema. «Purtroppo non funziona sempre. Nei dialoghi tra adulti a volte si parla di come le coppie si separino o delle aziende che falliscono. Questo può succedere anche agli Stati, e così va spiegato?». Il giornalista di Frankfurter Allgemeine Zeitung non fornisce una risposta a questa difficoltà, ma rimarca come gli adulti si debbano attrezzare a un simile compito. Dall’11 settembre del 2011 in poi la guerra è tornata parte della vita di tutti i giorni per tutte le popolazioni a livello globale, e noi europei non possiamo più pensare di difenderci pensando che i conflitti riguardino nazioni lontane. La guerra è tornata a far parte della vita di ognuno di noi, e dobbiamo preparare chi non la conosce.

Photo credit: MOHAMMED SAWAF/AFP/Getty Images

Share this article
TAGS