Perchè le bombe Usa non distruggono l’Isis

L’operazione militare degli Stati Uniti contro l’Isis sta riscontrando più difficoltà del previsto. Le milizie islamiche di al-Baghdadi adottano la guerrilla per mimetizzarsi e colpire, e le bombe dall’alto risultano assai meno efficaci senza missioni a terra che indichino gli obiettivi da distruggere. Il presidente Obama però esclude al momento una simile opzione, per evitare vittime tra i militari americani.

LE BOMBE DEGLI STATI UNITI E L’ISIS – Gli Stati Uniti bombardano la Siria e l’Iraq da ormai diverse settimane, al fine di distruggere o indebolire il più possibile le milizie dell’Isis. L’operazione non ha però ottenuto i risultati auspicati, almeno per il momento. L’Isis continua a avanzare grazie a tecniche di combattimento molto avanzate, che evidenziano una sapiente unione di esperienza da guerra tradizionale, fornita dai militari dell’esercito di Saddam Hussein, e modalità da guerriglia terrorista adottate dai tanti estremisti giunti da diverse parti del mondo per combattere la jihad. Come rimarca Frankfurter Allgemeine Zeitung, l’assalto a Kobane ha mostrato le capacità dell’Isis di nascondersi con efficacia alle bombe americane. Nella prima avanzata i terroristi utilizzavano camion e carro armati dove venivano trasportati soldati, armi e munizioni. Dopo la caduta delle bombe i miliziani del califatto di al-Baghdadi hanno iniziato a assaltare la città dividendosi in numerose cellule. I soldati dell’Isis si sono spostati con le motociclette, mentre per rifornirsi di armi e munizioni sono stati costruiti piccoli depositi nascosti molto difficili da localizzare per i caccia statunitensi.

L’ISIS E LA GUERRIGLIA – I bombardamenti degli Stati Uniti sono indirizzati verso i centri di comando centrali dell’Isis, che però sono stati sostanzialmente disciolti dopo l’avvio della campagna militare contro i miliziani del califfato. I guerriglieri dell’Isis sono in grado di combattere in autonomia, grazie alle tecniche della guerriglia imparate durante gli anni di attività terroristica. Le cellule in cui si dividono i jihadisti per colpire i nemici sono così varie, da 5 a 100 componenti, che sorprendono i soldati raggruppati degli eserciti tradizionali, come avvenuto in Siria e Iraq. L’Isis adotta la tecnica militare dello Swarming, lo sciame, adottato in molte guerra di resistenza agli invasori, dai russi contro Napoleone ai vietcong contro gli americani. L’Isis è favorita in questa modalità di guerriglia dalla facilità con cui si nasconde all’interno della popolazione sunnita. Molti terroristi colpiscono e poi si ritirano presso dimore di persone che li ospitano. I caccia americani non li possono inseguire, perché c’è un esplicito ordine di non colpire gli obiettivi civili. Ogni vittima innocente delle bombe americane sarebbe sfruttata dalla propaganda dell’Isis.

L’ISIS E UNA GUERRA LUNGA – La forza dell’Isis, rimarca Faz, è rappresenta dalla mobilità, della velocità e dalla capacità di sorprendere gli avversari mostrata in questi anni dalle sue milizie. Ora il califfato conta su 30 mila guerriglieri, sparsi tra la provincia di Raqqa in Siria fino alla provincia di Anbar in Irak. Durante le ultime settimane la resistenza irachena contro l’Isis è cresciuta, ma le forze del califfato, coordinate dal terrorista ceceno Abu Omar al-Shishani, hanno mostrato una reazione durissima nello sterminio dei militari avvenuto a Falluja. Dopo un assalto di diversi giorni combattuto con le tecniche della guerriglia i miliziani dell’Isis hanno massacrato i 600 riservisti dell’esercito iracheno quando hanno finito le munizioni. Un assedio sanguinoso avvenuto mentre il mondo guardava a Kobane, servito per distruggere uno dei primi focolai significativi di resistenza. L’Isis ha mostrato in queste settimane di saper imparare dai propri errori, commessi per esempio nella mancata conquista della diga di Mossul. Durante quella battaglia i miliziani del califfato si sono esposti troppo alle forze aeree nemiche, e sono stati massacrati. Ora si muovono con maggior cautela e in modo più dinamico, grazie anche alla conquista di munizioni contraeree rubate all’esercito di Assad. All’interno delle truppe dell’Isis ci sono grandi conoscenze e capacità militari, e per questo motivo gli Stati Uniti temono un conflitto sempre più lungo.

Photo credit: Gokhan Sahin/Getty Images

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