L’inganno del referendum sull’euro di Beppe Grillo

Beppe Grillo rilancia il referendum sull’euro proponendo una consultazione di indirizzo simile a quella svolta nel 1989. All’epoca i cittadini italiani votarono, senza alcun valore vincolante, sulla trasformazione della Comunità in Unione europea, mentre ora secondo il leader M5S a fine 2015 si potrebbe scegliere di uscire dalla moneta unica. Ma ciò non accadrà, anche nel caso improbabile di svolgimento del referendum annunciato da Beppe Grillo.

BEPPE GRILLO E IL REFERENDUM SULL’EURO – Dopo il passo falso, invero neppure così negativo, delle elezioni europee Beppe Grillo ha deciso di rilanciare la battaglia no euro per rafforzare il Movimento 5 Stelle. Al comizio del Circo Massimo il leader M5S ha promesso il referendum, e oggi sul blog ha ufficializzato la sua proposta, votata come sempre  dalla rete  in un movimento governato dalla democrazia diretta e non dalla Casaleggio Associati. Tolto questo piccolo particolare, che riguarda la vita interna dei 5 Stelle, il post di Grillo appare dettato dalle consueti forzature giuridiche e da un messaggio politico non corrispondere al vero. Il leader del M5S ha attaccato il segretario della Lega perché Matteo Salvini si oppone, sulla base della Costituzione, allo svolgimento di un referendum sull’euro. Grillo ribadisce che

Il referendum consultivo per uscire dall’euro si può fare. Per poterlo indire è necessario approvare una legge costituzionale “ad hoc” come già avvenuto nel 1989 quando si richiese agli italiani se volevano dare o meno facoltà costituente all’Unione Europea

La sintesi sul referendum del 1989 è un po’ imprecisa, perchè all’epoca l’Unione Europea non c’era ancora, e il testo sottoposto al voto degli italiani poneva il seguente quesito.

 

Ritenete voi che si debba procedere alla trasformazione delle Comunità europee in una effettiva Unione, dotata di un Governo responsabile di fronte al Parlamento, affidando allo stesso Parlamento europeo il mandato di redigere un progetto di Costituzione europea da sottoporre direttamente alla ratifica degli organi competenti degli Stati membri della Comunità?

Errore nella descrizione a parte, l’esempio citato da Grillo è corretto. Nel 1989 si svolse un referendum consultivo, convocato con una legge costituzionale, che ha permesso di svolgere in una consultazione popolare in una materia riservata al solo Parlamento come la politica estera. L’articolo 75 della nostra Costituzione vieta un referendum abrogativo su un trattato internazionale, così come l’articolo 117 parla esplicitamente di «vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario». Una base giuridica per un referendum sull’euro vincolante è di conseguenza impossibile. 

BEPPE GRILLO E IL REFERENDUM CONSULTIVO –  La consultazione del 1989 indica come sia possibile svolgere una consultazione non vincolante solo con una legge costituzionale, da approvare con le maggioranze rafforzate dell’articolo 138 per la revisione della Carta. Posto che il M5S depositi una proposta di legge in tal senso, esiste una concreta possibilità che un simile atto parlamentare venga approvato? Assolutamente nessuna, come rimarca il professor Lorenzo Cuocolo, ma Beppe Grillo spiega che gli italiani potranno votare a fine 2015 per uscire dall’euro.

Approvata la legge costituzionale ad hoc che indice il referendum, considerando i tempi di passaggio tra le due Camere, a dicembre 2015 gli italiani potranno andare alle urne ed esprimere la loro volontà sull’uscita dall’euro con il referendum consultivo.

L’approvazione di una legge costituzionale viene considerata scontata dal leader M5S, ma a meno di un radicale ripensamento di PD e parte della maggioranza l’adozione di un simile provvedimento sarebbe impossibile. Ammesso e non concesso che si votasse, cosa succederebbe? Assolutamente nulla, visto che anche in caso di vittoria del fronte no euro l’Italia avrebbe ancora come valuta ufficiale la moneta unica che infastidisce così tanto Grillo.

Abbiamo bisogno del maggior numero di firme possibile per non lasciar alcun alibi a questi portaordini della Merkel e della BCE capeggiati da Renzie. Gli italiani devono poter decidere se vogliono morire con l’euro in mano oppure vivere e riprendersi la propria sovranità.

La scelta della legge di iniziativa popolare appare un evidente appello alla mobilitazione dell’elettorato M5S, per poi eventualmente tuonare contro i partiti che hanno negato agli italiani la possibilità di esprimersi sull’uscita dall’euro. Senza alcun dubbio si può affermare che l’ultima frase del blog di Grillo sia falsa, visto che gli italiani “non decidono” sulla moneta unica, e tanto meno lo potrebbero fare nella consultazione senza alcun valore vincolante proposta dal leader del M5S.

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Il cronoprogramma, per usare un termine renziano che certo non gli piacerebbe, illustrato da Beppe Grillo non è inoltre credibile, e come spesso capita, è forzato. L’infografica, oltre che ottimista sui tempi, tace sul carattere non vincolante del referendum. Un parere propagandato per decisione è una mistificazione.

Photo credit: Fabio Cimaglia / LaPresse

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