Quel pasticciaccio brutto del Teatro Eliseo

«Esco ora da una riunione istituzionale in cui mi è stata garantita che la stagione 2014/2015 è al sicuro. Quindi voglio dire chiaramente che qualunque cosa accadrà nelle prossime settimane, la stagione di quest’anno la portiamo a casa». Il direttore artistico del Teatro Eliseo di Roma, Massimo Monaci, ne è sicuro e, alla vigilia della esecuzione di sfratto prevista per il 14 ottobre lancia il nuovo consulente artistico per il triennio 2015-2017, Giancarlo Sepe. Tre anni, tre nazioni diverse  e un solo filo: spettacolo teatrale basato sul romanzo. Questa la ricetta di Sepe che propone Francia, Inghilterra e Russia come terre d’ispirazione delle prossime stagioni. Attori giovanissimi, microimprese e un drammaturgo italiano (interno) che aiuterà la stesura del prodotto di via Nazionale. In tutto questo Sepe collaborerà a «titolo gratuito». Il problema però della crisi di Via Nazionale rimane ancora, con la massa di affitti ancora non pagati alla Eliseo Immobiliare Srl. Quest’ultima insiste sullo sfratto e sul ripristino di una situazione di legalità per il palcoscenico capitolino. «La prima forma di cultura che abbiamo tutti è il dovere di osservare in quanto cittadini italiani, è la cultura della legalità, il rispetto delle norme e degli accordi. Al di fuori di questo quadro -continua la nota della società – non può esistere alcuna cultura né, del resto, alcuna società civile. È fatto acclarato che l’attuale gestore del Teatro Eliseo non ha rispettato né la legge né i patti con la proprietà».

 

Foto Daniele Leone / LaPresse
Foto Daniele Leone / LaPresse

 

 

LA VERSIONE DI MONACI – Intanto la gestione Eliseo Teatro ha oggi raccontato, nero su bianco, la sua verità. «La storia degli ultimi 15 anni del Teatro Eliseo è una storia complessa di tentativi di risanamento economico mescolati al rilancio culturale: quest’ultimo sembra esser riuscito, mentre il risanamento sembra solamente in parte aver raggiunto gli obiettivi». «La verità – spiega Monaci junior – è che il debito originario, a causa dei vari accadimenti spiegati in precedenza, non si è riusciti a ripianarlo, con la volontà, quella sì mantenuta, di puntare sul valore culturale della proposta». In un documento, di 5 pagine, si parte dai debiti della gestione Battista (16 miliardi di vecchie lire iniziali poi, in seguito ad accertamento, quantificati in 20 miliardi circa) fino alla richiesta odierna di sfratto. Si parla anche della Maremma Vera (di cui parlammo qui) che ha «investito nel Teatro Eliseo quasi 3 milioni di Euro, mentre la Banca di Roma ha messo 2,5 milioni di euro». Una gestione che è colata a picco dal 2011 ed è proseguita sempre più nel 2012 in relazione alla diminuzione dei fondi Fus (ricordiamo che via Nazionale incassò 7 milioni e 531 mila euro circa di fondi unici per lo spettacolo in sei anni).

 

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AGIBILITÀ PROVVISORIA – Nonostante oggi sia previsto lo sfratto da via Nazionale, si va avanti. Sepe ha annunciato l’intenzione di coinvolgere negli spettacoli attori del calibro di Roberto Benigni, Gigi Proietti e Massimo Ranieri. Insomma, cose in grande, mentre la Eliseo Immobiliare va più sul concreto: i soldi, che mancano. Lo stato precario dell’immobile, spiega la società, «evidenzia come la presente gestione abbia causato, protratto e/o consentito una situazione nella quale non era più garantita la sicurezza dei luoghi in violazione della legge e con possibili rischi dei tanti lavoratori e professionisti che operano nel Teatro nonché del pubblico». Per il momento infatti il Teatro Eliseo va avanti con agibilità provvisorie concesse dalla Commissione Vigilanza. L’ultima agibilità scade il 15 dicembre. Entro tale data i lavori di messa a norma dovranno esser ultimati (lavori a carico della società che ha attualmente in gestione il palcoscenico di Via Nazionale).

SALVARE L’ELISEO – Come Monaci riuscirà a far fronte ai lavori di manutenzione, pagare le compagnie e avviare un importante programmazione triennale con una forte crisi economica  in corso non è ancora dato saperlo. La Eliseo Immobiliare però ha precisato come dietro lo sfratto ci sia la volontà seria di tutelare il teatro in quanto tale: «Ciò non significa che la Eliseo immobiliare srl abbia inteso rinunciare al Teatro Eliseo inteso come luogo di cultura. In questo senso vuole rassicurare i lavoratori e i professionisti a vario titolo coinvolti». Semplicemente c’è preoccupazione nel «verificare la solidità finanziaria e il possesso dei requisiti necessari per l’attività teatrale, nel rispetto della legge e all’insegna del rilancio del teatro Eliseo, affinché non si ripeta in futuro una situazione come quella odierna». Stamane ci dovrebbe esser l’esecuzione della richiesta di sfratto. Il condizionale però è d’obbligo. Potrebbe esserci un ulteriore rinvio, l’ennesimo, davanti ad una incertezza che ancora stenta ad esser chiarita una volta per tutte: l’Eliseo come sopravviverà?

(Foto di copertina: Daniele Leone / LaPresse)

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