Sveva Belviso, la paladina della nuova destra: «Dico sì ai matrimoni omosessuali»

09/10/2014 di Redazione

Di Marco Esposito e Alessio Barbati

«Abbiamo creduto che la nascita di NCD fosse quell’impulso di Angelino Alfano per ridare vita al progetto in cui tanti italiani avevano creduto nel 94 e mai attuata da Forza Italia. Invece Alfano ha scelto di costruire un partitino centrista annacquando il progetto Iniziale tradendo i sogni degli elettori».

Sveva Belviso, già vicesindaco di Gianni Alemanno, e oggi consigliere comunale di Roma Capitale (con un enorme numero di preferenze) accusa Angelino Alfano del naufragio del progetto di NCD. E infatti, proprio pochi giorni fa, ha dato vita ad un nuovo partito “Altra Destra“, staccandosi dal progetto al quale aveva deciso di partecipare.

 

sveva Belviso

 

Oggi non usa parole tenere nei confronti del ministro dell’Interno: «Ncd è un suicidio politico. Noi nasciamo per vendicare 8 milioni di elettori traditi e spariti in 5 anni. I partiti tradizionalmente chiamati di centrodestra hanno sbagliato e i leader nazionali dovrebbero prendere atto degli errori e andare a casa».

Sveva Belviso ci accoglie nella sua stanza al Comune di Roma, piena di luce, con una orchidea sulla scrivania. Sembra entusiasta della nuova avventura. Iniziamo parlando parlando proprio del suo strappo con il ministro degli interni.

«Uno dei motivi di distinzione dal NCD è la sensibilità sui temi etici. Siamo favorevoli ai diritti civili perchè siamo di destra, sul modello inglese di Cameron»

Quindi sta dicendo che è favorevole ai matrimoni omosessuali?

«Certo. Io non dedicherò neanche dieci minuti del mio tempo per impedire a qualcuno di essere felice. La destra inglese ad esempio è una destra laica, liberale e liberista, aperta ai matrimoni gay e vince le elezioni. La destra italiana ha un impianto archeologico sui temi etici e non solo perde le elezioni, ma si sta velocemente estinguendo. Si tratta di buon senso, in 7 anni la produzione del paese è crollata del 25%, abbiamo il 44% di disoccupazione giovanile, deteniamo il record storico sul debito, manca solo l’invasione delle cavallette e il centrodestra italiano si impunta sulla sua ossessione per gli omosessuali».

Beh al Comune di Roma la maggioranza sta proponendo proprio il registro delle unioni civili.

«Sulle unioni civili proporrò un mio ordine del giorno, assolutamente più concreto rispetto alla delibera “fuffa” di Marino, in cui impegno Roma, come capitale d’Italia a farsi forza e far mettere all’ordine dei lavori del Parlamento la discussione sui diritti civili degli omosessuali. L’inserimento nel registro civile proposto in Campidoglio è una cosa da vetrina non garantendo alcun tipo di diritto. Il nostro obbiettivo è dare uguali diritti a tutti per rendere lo stato più forte. Sono quindi favorevole ai diritti civili degli omosessuali perché la destra vuole un paese più forte e sicuro».

Quali sono stati gli errori più grandi di Alfano?

«Certamente l’autocritica è una cosa che è mancata, ma l’errore più grande è stata l’idea di voler fare un partito di centrodestra, rinchiudendosi poi in un partitino di centrosinistra totalmente catalizzato dal governo nazionale. I leader che avrebbero dovuto portarci al successo, come anche Alfano, pare che abbiano come fine ultimo il mantenimento del potere piuttosto che il rispetto del sogno dato agli italiani

Ma non è che la crisi di consensi del centrodestra nasce anche dal vostro avversario, Renzi?

«Il premier sta giocando una partita a tennis da solo, non c’è nessuno che gli restituisca la palla, che la rimandi dall’altra parte del campo. Noi abbiamo l’ambizione di rappresentare quell’altra parte del campo»

Visto che parliamo di Renzi, veniamo al piano di rientro di Roma Capitale presentato dal Sindaco Marino e concordato con Palazzo Chigi. E’ uno dei risultati più importanti del sindaco attuale.

«Guardi si tratta di un piano che ucciderà Roma. A livello politico non è stato concordato con nessuno, ma è stato subìto dal Consiglio, che ricordo essere sovrano. Unici interlocutori nel dibattito sono stati il Governo e il sindaco Marino. Nello specifico non abbiamo ancora una visione concreta e approfondita di ciò che sarà il piano, in termini di numeri, di liberalizzazioni, di licenziamenti, niente di niente. E’ un piano che mette in difficoltà la città. Su una cosa sono d’accordo su Marino»

Su cosa?

«Una cosa che dicevamo anche noi. Roma non significa solo Roma città, ma Capitale del paese. Vuol dire un esborso, uno sforzo economico per tutto quello che significano manifestazioni e servizi».

Il Governo ha difficoltà a riconoscere questo ruolo di Roma?

Direi di si. Marino non ha la statura per far riconoscere al governo il ruolo forte della città.

 

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Oggi è arrivata la notizia che l’apertura della Metro C slitterà nuovamente, cosa pensa dell’operato di Guido Improta, assessore ai Trasporti?

«Partirei parlando della politica intrapresa sulle strisce blu e sulla chiusura dell’anello ferroviario a partire dal 2017. E’ una scelta iniqua, che grida vendetta, una politica delirante di assalto ai cittadini. La città è dei romani e non possiamo farli sentire esclusi da casa loro. L’aumento della tariffa del ticket per il parcheggio penalizza gli studenti e i lavoratori dipendenti. Improta mi sembra una persona perbene che fa il suo lavoro, ma con un indirizzo sbagliato, quello del sindaco, che sta facendo una politica di attacco alla cittadinanza e che in effetti risulta più inviso di Nerone. Sulla metro C siamo nelle mani di Dio».

Questo è un periodo di tensioni sociali a Roma, l’abbiamo visto a Tor Pignattara e Corcolle, lei è preoccupata?

«Io sono preoccupata per la mancanza di controllo, non c’è un minimo di screening delle persone che arrivano, non sappiamo chi sono e quali siano le loro attitudini. Da tempo Roma è una città aperta ai flussi migratori e un’amministrazione più rigida sui controlli fungerebbe da deterrente».

Lei è particolarmente critica con Alfano, per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori e l’operazione Mare Nostrum…

Mare Nostrum nasce dall’idea assolutamente condivisibile di un coordinamento europeo per salvare vite umane. E’ però una vergogna che l’Europa lasci sola l’Italia. Siamo un paese generoso, ma in queste condizioni non possiamo permetterci di affrontare tutto questo da soli. Quindi, o l’Europa si accorge di ciò e prende in mano la questione immigrazione o, in caso contrario, se non troviamo un accordo a livello europeo proporremo di chiudere le frontiere e per 5 anni niente più immigrazione perché non ce la facciamo.

Anche per i rifugiati politici?

Anche per i rifugiati politici. Dobbiamo distinguere le persone che vogliono venire in Italia da quelle che desiderano andare in altri paesi europei. I trattati internazionali vanno rivisti. Quello di Dublino, ad esempio, obbliga il paese accogliente a farsi carico del rifugiato, a trattenerlo, anche se certe volte approda in Italia come ponte verso l’Europa. Un rifugiato che sbarca in Italia solo per andare più a nord viene rimandato nel nostro paese per legge, e magari nemmeno ci vuole stare. L’Italia è un paese in difficoltà, sta morendo. Bisogna decidere se aiutare un altro a sopravvivere, ma potenzialmente morire in due.

Torniamo a Roma e a Marino. Secondo il sindaco le difficoltà della sua giunta nascono dalla vostra eredità. Alemanno ha perso male le elezioni dopo cinque anni di governo della capitale, faccia un po’ di autocritica…

Una cosa buona della passata amministrazione è stato il risanamento dei conti: ha trovato 12 miliardi di debito e ne ha lasciati 9. Alemanno è stato un gran lavoratore, un sindaco stacanovista, ma forse è mancato il decisionismo e la capacità di mantenere ferme quelle decisioni, errore grave perché quando si governa si deve scegliere. Io, personalmente quando ho visto che si andava nella direzione sbagliata non ho saputo oppormi.

Il suo partito nasce per ricostruire il centrodestra. Con chi intende farlo?

Altra destra dialogherà con la gente, risorse fresche che vorranno partecipare alla vita politica della città. Noi vogliamo le migliori energie, merito e meritocrazia al primo punto…Il nostro simbolo guarda a destra. Noi non ci vergogniamo di essere di Destra, Alfano invece si.

Si ma con chi cercherete il dialogo. A livello nazionale, la Lega è un vostro interlocutore?

La lega non è un partito di destra, lotta per difendere la padania, noi lottiamo per difendere l’italia. Essere di destra significa pensare all’unità del paese. La forza è l’unione. Non ci alleeremo mai con la lega ma siamo disposti al dialogo con tutti perchè una buona idea può venire da tutti.

Quando si voterà a Roma per il nuovo sindaco?

Nel momento in cui si voterà a livello nazionale. Il Pd non rinuncerà ad essere trainato anche in città dal suo leader nazionale.

Si candiderà a sindaco di Roma?

Amo Roma, in questo momento il mio desiderio è di costruire un partito nazionale, poi quello che verrà si vedrà.

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