L’ISIS è entrata a Kobane

Le bandiere nere dell’ISIS sono spuntate sugli edifici di Kobane dopo una battaglia durata tutta la mattina e un assedio che dura ormai da 18 giorni. Pochi i bombardamenti aerei degli alleati, nessuna reazione da parte della Turchia, schierata in forze a poche centinaia di metri da Kobane.

L’INGRESSO IN CITTÀ – L’ISIS è ormai entrata a Kobane, le sue bandiere sono spuntate su diversi edifici della città e sulla collina che la domina, anche se non si può parlare di una conquista, quanto di un’avanzata che ha raggiunto l’abitato dopo due giorni di combattimenti intensi. I curdi promettono di resistere fino alla morte, mentre la maggior parte della popolazione ormai è stata evacuata e in città dovrebbero essere rimasti solo uomini prestati alla sua difesa.

NESSUNO SALVA KOBANE –  Inutili e inascoltati finora gli appelli che gli stessi curdi e molti nel mondo hanno rivolto all’alleanza anti-ISIS e alla Turchia perché impedissero agli uomini del califfato di prendere la città. Non lo hanno fatto quando era possibile cogliere i miliziani in campo aperto e lo faranno ancora più difficilmente se dovessero entrare in città, che ne risulterebbe comunque distrutta. Il premier turco Ahmet Davutoğlu si è d’altronde espresso in maniera inequivocabile dicendo che non sa chi scegliere tra l’ISIS e il PKK, Il Partito Curdo dei Lavoratori con il quale peraltro i governi di Erdogan e il suo AKP hanno appena concluso un accordo di pace che ha già portato alla smobilitazione dei combattenti del PKK in Turchia.

COSA SUCCEDE DOPO – La caduta di Kobane non dovrebbe provocare particolari rovesci nella guerra che si combatte in Siria, anche se sarebbe un brutto colpo per il morale dei curdi, perché si tratta di una enclave immersa in un territorio già controllato dall’ISIS. Che a quel punto però si troverebbe padrone della frontiera con la Turchia, che nei giorni scorsi ha detto che combatterà il califfato come una minaccia mortale. A quel punto Ankara potrà scegliere se sigillare il confine e procedere con l’invasione in territorio siriano, opzione per molti versi difficile da intraprendere, anche se il governo turco è ancora e sempre schierato con decisione contro Assad. Ma qualcosa dovrà fare: continuare a permettere all’ISIS di usare la Turchia come rotta logistica e retrovia sicura dei combattimenti in Siria non sembra più un’opzione praticabile.

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