Juve-Roma, i veleni finiscono in Parlamento. E in Europa

Non bastavano le polemiche in campo e tra tifosi. I veleni di Juve-Roma, dopo la controversa vittoria dei bianconeri avvantaggiati dagli errori dell’arbitro Rocchi, sono finite anche in Parlamento. Con tanto di interrogazioni parlamentari. Alla vigilia della discussione in Senato sul Jobs Act, con l’Italia che non riparte dalla crisi economica e ancora immersa nella crisi occupazionale, tra i parlamentari c’è chi sembra aver perso di vista le priorità del Paese, preferendo alimentare le tensioni calcistiche. È il caso dei deputati Marco Miccoli (Pd) e Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia). Il primo, tifoso romanista doc, ha invocato l’intervento del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e della Consob, per tutelare, di fronte agli «incredibili errori arbitrali» gli «incolpevoli azionisti» (essendo Roma e Juve quotate in Borsa, ndr).

Il deputato di Fdi, invece, ne ha approfittato per attaccare Graziano Delrio«Gli italiani pagano fior di quattrini per il campionato di calcio e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che detiene la delega allo sport, ha il dovere di spiegarci come intenda garantire risultati ottenuti per esclusivi meriti sportivi».

 

Sciopero nazionale e manifestazione dei lavoratori dei call center
Marco Miccoli (Lapresse)

 

JUVE-ROMA FINITA IN PARLAMENTONon è la prima volta che l’ex segretario del Pd romano Marco Miccoli lancia tra le aule parlamentari le sue “battaglie” calcistiche. Già nel febbraio dello scorso anno, dopo la mancata assegnazione di un calcio di rigore al Torino nel derby contro la Juventus, Miccoli si era spinto fino a chiedere «al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, di verificare e garantire la trasparenza del massimo campionato italiano». L’obiettivo? «Mettere un freno ai favoritismi arbitrali che condizionano il campionato di calcio di Serie A, tutto a vantaggio della Juventus». Tutto a pochi giorni dal passaggio decisivo alle Camere sulla fiducia all’allora nuovo esecutivo. Oggi il remake, ma questa volta Miccoli ha preferito denunciare i possibili danni per gli azionisti. 

 

 

Con un comunicato ha rilanciato le sue critiche, evocando pure lo scontro sull’articolo 18, che in questi giorni lacera il suo partito:

«La partita di ieri, trasmessa in tutto il mondo, ha dato una pessima immagine del paese. Meritocrazia e qualità vengono messi in secondo piano a favore di decisioni errate. Più che dall’articolo 18, sono sicuro che gli imprenditori stranieri siano messi in fuga soprattutto da questa arbitrarietà e mancanza di certezza nell’applicazione delle regole, assolutamente impensabile in qualsiasi altra parte del mondo civilizzato. A Roma c’è l’americano Pallotta che continua ad investire in Italia. Speriamo che ieri non abbia visto la partita. O, almeno, che l’abbia dimenticata in fretta»

 

Non sono mancate le repliche sarcastiche su Twitter e le accuse nei confronti di Miccoli. Al di là delle polemiche sportive, la richiesta del “recidivo Miccoli” ha lasciato perplessi diversi commentatori.  

 

Marco Miccoli  

Al contrario, si è associato Rampelli: «Stamane presento un’interrogazione parlamentare su Juventus-Roma e sul comportamento dell’arbitro Rocchi che avrebbe potuto e potrebbe far scaturire incidenti dalle conseguenze incalcolabili. A tutto c’è un limite». Vero. Anche a certe “richieste”.   

Edit, ore 15.30    

 

 

Non soddisfatti di aver trasformato Juve-Roma in un “affare di Stato”, i politici italiani hanno deciso di esportare i veleni di Juve-Roma anche in Europa. Alla schiera dei politici “tifosi” e indignati si è unito anche l’europarlamentare leghista Gianluca Buonanno, che ha pensato di interrogare anche il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker. L’arbitraggio di Juve-Roma? Per Buonanno è stato «scandaloso»: «Urge un rapido e urgente ripensamento sulle designazioni arbitrali per le partite di cartello con squadre quotate in borsa», dato che «certe “strane” decisioni non incidono solo sul risultato della partita, ma anche sul portafoglio dei risparmiatori e degli scommettitori». Per questo, secondo Buonanno deve essere anche l’Ue deve «attivarsi per garantire l’imparzialità degli arbitraggi nei campionati nazionali attraverso la strutturazione di un meccanismo di nomina di arbitri internazionali di riconosciuta fama, onestà ed integrità morale». Ecco la nuova “campagna” dell’esponente del Carroccio, arrivato fino al Parlamento Ue dopo le “sceneggiate” a Montecitorio, tra un volto truccato di nero e spigole sventolate in aula.

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