Dal Giappone arriva l’ascensore per le stelle

22/09/2014 di Redazione

La Obayashi Corporation annuncia che entro il 2050 costruirà un ascensore orbitale. Un sogno fantascientifico che potrebbe diventare realtà grazie alla fibra di carbonio.

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IL GIAPPONE CI PROVA – Hanno fatto e rifsatto i conti e alla fine hanno concluso che la costruzione di un ascensore orbitale è possibile e persino economicamente sostenibile. Per questo i rappresentanti della Obayashi, un gigante giapponese nel settore delle costruzioni, si sono sbottonati e hanno annunciato al mondo l’impresa.

UNA RIVOLUZIONE EPOCALE – A portare su e giù merci e passeggeri saranno dei veicoli con motore magnetico, che abbatteranno i costi per la messa in orbita dagli attuali 22.ooo dollari al chilo a circa 200, un rivoluzione che potrebbe permettere la costruzione di astronavi e razzi in orbita, come lo smaltimento delle scorie nucleari e il lancio nello spazio. Senza considerare che attraverso il collegamento potrebbe essere inviata a terra l’energia prodotta da pannelli solari in orbita, con grandissimo vantaggio.

I CAVI IN CARBONIO – Il tutto grazie alle proprietà del carbonio e in particolare dei nanotubi di carbonio, come ha spiegato l’ingegner Yoji Ishikawa «Al momento non possiamo prdurre un cavo lungo a sufficienza, possiamo al massimo produrre pezzi da 3 centimetri con i nanotubi e abbiamo bisogno di molto di più… ma credo che entro il 2030 ce la faremo». Le università giapponesi stanno lavorando da tempo sul problema e ogni anno fanno progressi in quella che è diventata una vera e propria gara tra loro, mentre all’università di Kanagawa stanno lavorando sui mezzi da carico.

SI PUÓ FARE – Secondo il porfessor Tadashi Egami la tensione dovrebbe variare a seconda dell’orbita prescelta «Stiamo studiando quali meccanismi sono necessari per l’ascensione e l’attraversamento delle diverse altitudini e i migliori sistemi di frenata». Uno sforzo quindi che non può essere sostenuto dalla sola Obayashi e che coinvolge anche le istituzioni giapponesi . Un progetto che secondo gli esperti è fattibile e che potrebbe segnare la fine del trasporto in orbita con i razzi, estremamente costoso e pericoloso.

 

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