Il Tribunale per i Minorenni di Bologna ha riconosciuto l’adozione da parte di un genitore single

Una sentenza destinata a far rumore, se non epoca, quella con cui il Tribunale per i Minorenni di Bologna ha riconosciuto la validità dell’adozione di una bambina, ottenuta negli Stati Uniti da un genitore single.

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IL SINGLE PUÓ ADOTTARE – La sentenza del Tribunale dei Minori di Bologna, decreto del 21 marzo 2013, finora rimasta inedita, risale al marzo del 2013 ed è stata pubblicata sul sito dedicato a famiglia, orientamento sessuale e identità di genere, «articolo 29», da un gruppo di giuristi, riguarda il caso di una donna che ha adottato un bambino negli Stati Uniti, mentra era là residente. Un’adozione vera e propria, «legittimante» com’è definita tecnicamente, non come quelle che il nostro codice riconosce ai single nei casi nei quali la persona abbia un rapporto particolare con il minore (ad esempio un nonno o una nonna), adottata «nell’interesse della minore tenendo conto della maggiore stabilità (perché mai revocabile) e pregnanza che l’adozione legittimante viene ad avere rispetto a quella non legittimante».

PRIMA L’INTERESSE DEL BAMBINO – Nel motivare la sentenza, i giudici sottolineano un passaggio molto significativo per tante persone che si trovano in casi non riconosciuti dal nostro attuale ordinamento. Come scrive l’avvocato Elisa Battaglia, per il tribunale:«Non sembra proprio si possa affermare che l’adozione da parte di una sola persona risulti contraria all’ordine pubblico qualora produca effetti legittimanti. Si può certo affermare che l’adozione da parte di una sola persona non è preferita dalla legge, ma non è certo esclusa e non è escluso che possa avere in casi speciali effetti legittimanti. Soprattutto non si può in alcun modo sostenere che il riconoscimento di effetti legittimanti appaia sconvolgente rispetto al sistema nel suo complesso (che tra l’altro ammette, come noto, anche la legittimazione da parte di singolo genitore che non possa sposarsi con l’altro)».

DUE SENTENZE IMPORTANTI – Una decisione che riguarda i cittadini italiani che risiedono all’estero da almeno due anni e che «possono adottare un minore conformemente alla normativa del paese di nuova residenza, che può talvolta essere più permissiva di quella del nostro ordinamento, richiedendo in seguito (se lo desiderano), la delibazione del provvedimento straniero da parte del giudice italiano», ma anche una sentenza che conferma che nel nostro ordinamento non esiste alcuna preclusione all’adozione da parte dei single, ma esiste solo una preferenza di massima per l’adozione a famiglie composte da due genitori. Una sentenza che insieme a quella che recentemente ha riconosciuto il diritto d’adottare il figlio della compagna,  genitrice naturale, non mancherà di turbare quei pasdaran che sulla questione delle adozioni hanno costruito trincee artificiali, contro l’approvazione delle unioni omosessuali.

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